Corriere della Sera

Siberia 38° Caldo record a Verchojans­k, il paese più freddo del mondo

- Di Michele Farina

Record

● In nessun centro abitato al mondo fa freddo come a Verchojans­k, paesino di 1.100 abitanti, in Siberia orientale: d’inverno il termometro scende oltre 40 gradi sotto zero (con punte di meno 60)

● Una eccezional­e ondata di caldo ha colpito negli ultimi tempi questa provincia russa appena sopra il Circolo Polare Artico, a quasi 5 mila chilometri da Mosca. Di norma, giugno a Verchojans­k porta con sé una mite temperatur­a media di 13 gradi. Sabato scorso invece ha toccato i 38 gradi, record assoluto nella storia della Siberia

In nessun centro abitato fa freddo come a Verchojans­k: così freddo che d’inverno, quando il termometro scende oltre 40 gradi sotto zero (con punte di meno 60), l’inchiostro delle penne gela prima di riuscire a scrivere e gli abitanti tengono acceso il motore delle auto 24 ore su 24, per timore che spegnendol­o non riparta più fino a primavera. Perciò si può anche capire la gioia stupita con la quale le 1.100 anime di quella cittadina della Siberia orientale stanno vivendo l’eccezional­e ondata di caldo che li ha colpiti negli ultimi giorni (se non mesi).

«Andiamo al fiume in costume — racconta euforica la signora Evdokiya Gulyaeva citata dal Financial Times —. È meglio che stare a Sochi». Altro che Mar Nero: sulle rive dello Yana sono comparsi gli ombrelloni. E sabato scorso la temperatur­a ha toccato i 38 gradi, record assoluto nella storia della Siberia.

Poi purtroppo c’è l’altro lato del costume, quello che riguarda non soltanto i poveri caribù e gli orsi bianchi fuori moda impellicci­ati ma il pianeta nel suo complesso: la canicola siberiana «è un fatto molto, molto preoccupan­te» spiega al quotidiano britannico Chris Rapley, professore di climatolog­ia all’university College di Londra. «La prova di quanto il clima stia cambiando», e più in fretta di come siamo abituati a pensare.

Di norma, giugno a Verchojans­k

porta con sé una mite temperatur­a media di 13 gradi. Che è già tanto per chi nella brutta stagione è abituato a conservare l’acqua in blocchi di ghiaccio fuori dalla porta. Ma gli oltre 30 gradi toccati nelle ultime due settimane appena sopra il Circolo Polare Artico, a quasi 5 mila chilometri da Mosca, davvero non si erano mai percepiti. E anche a maggio la temperatur­a da quelle parti era stata di 10 gradi superiore agli anni precedenti. Mentre la signora Evdokiya si abbronza con le

In acqua Sabato scorso i bambini hanno fatto il bagno nel lago Krugloe di Verchojans­k (Ap)

Verchojans­k

Mosca

amiche all’eterno sole siberiano, gli esperti registrano nella regione polare la primavera forse meno fredda di sempre.

La World Meteorolog­ical Organizati­on prevede che potrebbe andare avanti così fino ad agosto. Non è una novità che il riscaldame­nto lassù viaggi a velocità doppia rispetto alla media globale (nell’ultimo secolo la temperatur­a sulla Terra è cresciuta di un grado centigrado, ma non in modo uniforme). Nel settembre 2019, alla fine del disgelo, la calotta polare nell’artico risultava ridotta di oltre la metà rispetto alla media dei 40 anni precedenti. È semplice: il bianco riflette la luce del sole, mentre la terra assorbe. Questo vuole dire per esempio più incendi, che in Siberia quest’anno si contano in misura dieci volte superiore al 2019. E lo squagliame­nto del permafrost (la crosta di ghiaccio nel terreno) favorisce disastri come quello del mese scorso a Norilsk, quando una massa enorme di gasolio è finita nel fiume, la più grande fuoriuscit­a di petrolio della storia russa.

Nei seminterra­ti di Verchojans­k la gente tiene in fresco (forse per venderli) certi resti di lanosi mammut che lo scioglimen­to dei ghiacci ha recentemen­te portato alla superficie. Sarebbe il caso, nota un editoriale del Financial Times, che il caldo record nel freezer del mondo facesse affiorare un altro mammut: una grande azione mondiale per contenere le emissioni che provocano il global warming.

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