Corriere della Sera

La sfida alla Roma è fondamenta­le Per la rivoluzion­e serve l’europa

- Carlos Passerini

Il futuro è adesso. Il Milan che verrà sarà diverso. Inevitabil­e: anche quest’anno è andato quasi tutto storto, prepariamo­ci quindi all’ennesima rivoluzion­e, chissà che non sia quella buona. Ci sarà, con ogni probabilit­à, un nuovo allenatore: Ralf Rangnick non ha ancora firmato nulla, va anzi ancora convinto, c’è da trovare un’intesa su staff e budget, ma il manager tedesco è il piano A dell’a.d. Gazidis. È il candidato numero uno.

C’è prima però una stagione da concludere. O meglio da salvare. Almeno in parte. E l’unico modo per farlo è tornare in Europa. Elliott ha messo in chiaro che si tratta di un obiettivo fondamenta­le. Per il prestigio, perché l’europa League avrà indiscutib­ilmente un fascino inferiore rispetto alla Champions, ma è comunque una vetrina. E una seconda stagione senza ribalta europea, dopo la rinuncia di un anno fa, sarebbe un ulteriore danno d’immagine. Contano però anche i soldi. Il bilancio verrà chiuso in autunno, si prevede un passivo attorno ai 100 milioni. Meglio del -146 di un anno fa.

Ma si tratta comunque di conti in rosso. Ecco perché L’EL, con i suoi 20 milioni di introiti, rappresent­erebbe una preziosa boccata d’ossigeno per le finanze rossonere.

La missione non è impossibil­e. Ma non è nemmeno scontata. Parma, Verona e Bologna sono la provincia che sogna in grande. E non molleranno. La vittoria di Lecce

di lunedì è stato un segnale forte. Mai in campionato quest’anno il Milan aveva segnato quattro gol tutti insieme. Ma è anche una partita che va analizzata con freddezza, con lucidità. Il Lecce è in crisi. Ecco perché la Roma stasera a San Siro sarà una specie di controprov­a, un crash test: il derby delle proprietà americane come snodo decisivo lungo lo sprint verso l’europa. Sarà un pomeriggio ad alta tensione: anche la Roma ha i suoi guai, come dimostrato ampiamente dalla vicenda Petrachi. I gialloross­i si affidano al totem Dzeko, l’uomo in più. Fonseca è carico: «Crediamo al quarto posto». «È uno scontro diretto, un’opportunit­à da sfruttare» arringa Pioli. Le sue chance di restare sono poche. Ma, giustament­e, intende giocarsi tutte le sue carte. Come lui, il Diavolo è al crocevia: nelle prossime 5 giornate incontrerà Roma, Lazio, Juventus e Napoli, con la Spal incastrata fra le due romane. L’ora della verità per il Milan, che in questa stagione non ha mai battuto una squadra che lo precede in classifica: un punto su 21 disponibil­i, un 1-1 contro il Napoli crepuscola­re di Ancelotti. La caccia all’europa passa inevitabil­mente da questo step, da questo necessario salto di qualità. Battere la Roma significhe­rebbe andare poi a Ferrara mercoledì con un vantaggio prezioso, visto che quella sera Verona e Parma si affrontera­nno nello scontro diretto.

Non ci sarà Ibra, spazio ancora a Rebic centravant­i. Zlatan ha bruciato i tempi, sorprenden­do tutti, ancora una volta. «Ma non è ancora pronto per giocare, non andrà neanche in panchina, spero di recuperarl­o per la prossima» ammette Pioli. Solo 32 giorni fa l’infortunio muscolare al polpaccio che aveva spinto qualcuno a sentenziar­e la fine della carriera. Negli ultimi due giorni si è allenato col gruppo. Da Milanello lo descrivono carico a mille. Ha voglia, rabbia. L’altra sera, su Instagram, ha postato una foto di sé in allenament­o con i compagni che lo seguono. Didascalia: «Dio e i suoi studenti». Ibra is back, Ibra è tornato. E, forse, anche il Diavolo.

Pioli Ibra non ci sarà, non è ancora pronto per giocare. Spero ci sia per la Spal. La Roma è una chance da sfruttare

La carta Rebic

Ibra non va nemmeno in panchina, spazio ancora a Rebic titolare dal primo minuto

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(Lapresse) Carico Ante Rebic, 26 anni, 8 gol
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