Corriere della Sera

«Gonzalo riconcilia­to col calcio»

Sarri rivela: «Parlavamo di gioco al Pipita e gli sembravamo dei pazzi scatenati»

- DAL NOSTRO INVIATO Paolo Tomaselli

TORINO Due strade diverse per reagire al virus si sono finalmente incrociate nell’area di rigore avversaria, il posto giusto per ripartire insieme, a +4 sulla Lazio: da una parte Paulo Dybala, quattro partite e due grandi gol contro Bologna e Lecce, si è scrollato di dosso in fretta le lunghe settimane del contagio, vissute tra marzo e aprile. Gonzalo Higuain invece si è ripresenta­to — meglio tardi che mai — dopo il complicato periodo in Argentina, e lo ha fatto a modo suo: entrando nel finale venerdì sera e scaricando in rete la tempesta emotiva delle ultime settimane. A spiegarle, ci ha pensato Maurizio Sarri: «Higuain ha sofferto negli ultimi mesi sia a livello familiare che per la pandemia. Noi gli parlavamo di calcio e sembravamo dei pazzi scatenati in relazione a come ha vissuto lui la storia. Mi fa piacere che al ritorno abbia segnato e che si sia riconcilia­to con il calcio. Poi lui è uno degli attaccanti più forti che ci sono in circolazio­ne. Per noi riaverlo potrebbe essere determinan­te».

Il fattore umano è importante per tutti, ma per Higuain ancora di più: orgoglioso e sensibile, l’argentino era finito al centro delle polemiche per la sua partenza notturna da Torino, quando l’intera squadra era ancora in quarantena per la positività di Rugani. Il Pipita si era sottoposto ai tamponi, negativi, ed era partito per Buenos Aires, per stare vicino alla madre

Nancy, malata da anni. Una volta lì, il Pipita ha sentito fortissimo il richiamo di casa, riavvicina­ndosi al River Plate, la squadra che lo lanciò nel grande calcio prima dello sbarco giovanissi­mo al Real. Ci sarà tempo per pensare al futuro, ma se questo è davvero

Abbraccio Paulo Dybala e Gonzalo Higuain, entrambi a segno venerdì contro il Lecce (Afp) l’ultimo tango, bisogna ballarlo fino in fondo: «È stato un periodo brutto per la pandemia e per la salute di mia madre — ha spiegato Gonzalo —. Quando sono tornato ho attraversa­to un periodo difficile ma mi sono messo a disposizio­ne perché era giusto così. La società mi è stata vicina, così come il mister e i tifosi. Ho cambiato qualcosa nella mia mente e ho capito che la squadra aveva bisogno di me. Mi sono messo a disposizio­ne da profession­ista per finire la stagione come si deve. Sono felice per il ritorno e per il gol».

Dybala si era già sbloccato a Bologna ed era passato anche per la feroce delusione del rigore parato da Meret nella finale di Coppa Italia contro il Napoli. Quattro partite vissute intensamen­te e una tenuta psicofisic­a che sembra simile a quella dell’8 marzo, quando la Joya entrò contro l’inter e chiuse la partita con il gol del 2-0: Il virus non ha lasciato scorie, né fisiche né mentali nell’argentino più giovane. In ogni caso, adesso che è tornato l’amico Gonzalo un po’ di riposo arriverà anche per Dybala: all’incrocio c’è sempre Ronaldo a dirigere il traffico.

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