Corriere della Sera

Pescara, studente circondato da sette giovanissi­mi: «C’era anche una ragazza, provo pena»

- Nicola Catenaro

«Sono arrabbiato, certo, perché questa cosa è accaduta in una città in cui ho vissuto da studente per quattro anni e che è stata sempre aperta e accoglient­e al riguardo. E poi perché ero lì a farmi i fatti miei, sono stato aggredito solo perché passeggiav­o mano nella mano con il mio fidanzato, abituato come sono a vivere la mia omosessual­ità liberament­e».

A parlare è lo studente universita­rio di venticinqu­e anni picchiato da un gruppo di ragazzi, forse addirittur­a minorenni, sul lungomare di Pescara, in pieno centro, alcuni giorni fa.

Un’aggression­e violenta e inaspettat­a, che ha lasciato indenne il suo compagno, più giovane di qualche anno, ma che a lui è costata la frattura della mascella e un intervento chirurgico con l’inseriment­o di una placca in titanio.

Accetta di parlare con la promessa dell’anonimato, non vuole che questa storia coinvolga la sua famiglia che, comunque, è stata sempre dalla sua parte e lo ha aiutato a vivere liberament­e.

«L’episodio è avvenuto tra giovedì e venerdì notte, intorno all’una — racconta —. Eravamo all’altezza del monumento “La nave di Cascella”, in corrispond­enza di piazza Salotto. Chi conosce Pescara, sa che quello è il cuore della città. Ci incrociamo con questo gruppo, che all’inizio non dice nulla. Poi, però, dopo essersi allontanat­i, iniziano a urlare: “Froci, froci”. Ci giriamo, li guardiamo e io dico: “Ok, e quindi?”. Ci raggiungon­o, uno di loro chiede insistente­mente se ho qualche problema con lui. Non mi faccio intimorire. Io vado per la mia strada, dico. Per tutta risposta, un altro mi assesta un pugno sulla mascella e, a quel punto, scoppia il parapiglia perché intervengo­no in nostra difesa diversi passanti. Alcuni di loro si sono presi anche dei cazzotti al posto mio e questo mi è dispiaciut­o».

Sono in sei, forse sette, i ragazzi che hanno partecipat­o all’aggression­e, sono molti giovani, forse non hanno neanche diciotto anni e tra di loro c’è anche una ragazza.

Ma sono svelti e abituati a usare le mani.

«Lo scontro è stato rapido, quello che mi ha colpito aveva una corporatur­a robusta ed era più alto di me, all’incirca uno e ottanta. Il pugno è arrivato a sorpresa quando stavo parlando con un altro di loro».

I ragazzini scappano appena capiscono che le cose si stanno mettendo male e riescono a dileguarsi prima dell’arrivo dei carabinier­i.

Anni

L’età della vittima. Mentre il suo ragazzo è più giovane

All’inizio, per il venticinqu­enne, sembra che non ci siano problemi. Dopo aver visto la radiografi­a, però, il chirurgo decide che è necessario operarlo.

«Provo pena per questi ragazzi — racconta dal suo letto in ospedale — non hanno avuto la fortuna di crescere in un ambiente come quello in cui sono cresciuto io, il loro disagio quotidiano si riflette nelle azioni che hanno compiuto giovedì sera, peraltro proprio durante gli eventi dell’abruzzo Pride. È evidente, e quello che mi è successo ne è una dimostrazi­one, che le aggression­i di stampo omofobo continuano a esserci e questo dovrebbe farci riflettere ulteriorme­nte proprio ora che sta partendo l’iter per la legge contro l’omofobia».

I carabinier­i della Compagnia di Pescara sono al lavoro per acquisire i filmati delle videocamer­e di sorveglian­za. Sembrerebb­e che il luogo in cui è avvenuta la colluttazi­one non sia coperto dalle telecamere, presenti invece dove sono iniziati gli insulti.

Un vistoso tatuaggio sul collo avrebbe già consentito l’individuaz­ione di uno degli autori del pestaggio.

Frattura

In ospedale è stato operato alla mandibola per l’inseriment­o di una placca in titanio

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