Nella manovra quattro miliardi per le imprese
Cassa integrazione fino a dicembre. Bonomi critico: «88 miliardi alle imprese? Mai visti»
Arriva a 4 miliardi il fondo per l’emergenza, che servirà ad aiutare le attività più colpite dalla crisi. Pronto un decreto legge per l’allungamento della cassa integrazione. I sindacati chiedono di congelare il blocco dei licenziamenti fino a marzo. E sui nove milioni di cartelle fiscali da inviare è scontro tra Italia viva e Pd.
Sale a 4 miliardi il fondo per l’emergenza, che servirà ad aiutare le attività più colpite dalla crisi come il turismo e la ristorazione, con una nuova edizione del contributo a fondo perduto. Alle Regioni e ai Comuni vengono girati 350 milioni di euro per potenziare il trasporto scolastico, l’anello debole nella catena della ripartenza. Altri 400 milioni vengono invece destinati all’acquisto di vaccini, parte dei 3,8 miliardi destinati alla sanità. Nelle ultime ore, dopo una serie infinita di vertici fino al consiglio dei ministri previsto in notturna, il disegno di legge di Bilancio ha preso sempre più il verso di una manovra d’emergenza.
Quella che una volta si chiamava Finanziaria vale 39 miliardi di euro, secondo il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri rappresenta un «grande cambiamento di scenario». E viene accompagnata da un decreto legge che estende a fine anno la cassa integrazione per le aziende che l’hanno esaurita. Anche se sul punto resta lo scontro con i sindacati, che chiedono di prorogare il blocco dei licenziamenti almeno fino a marzo, mentre il governo offre una proroga solo selettiva: da gennaio non potrà più licenziare solo chi sta usando la cassa e non più, come adesso, chi potrebbe usarla perché ha ancora ore disponibili. Sindacati e governo si rivedranno mercoledì. E questo lasciare capire come, al di là del via libera in consiglio dei ministri,
Il negoziato
Licenziamenti, da gennaio blocco solo per chi sta usando le risorse della Cig
per vedere il testo vero e proprio della manovra aspetteremo ancora parecchi giorni. Anche perché dall’altra parte tira Confindustria: «Il blocco dei licenziamenti è il blocco delle assunzioni», dice il presidente Carlo Bonomi. E poi aggiunge, sarcastico: «Ho sentito dire che le imprese hanno preso 88 miliardi. Io non li ho visti. Forse mi sono distratto».
Ma lo scontro è arrivato anche dentro la maggioranza. L’inedita alleanza Italia Viva e Movimento 5 Stelle insiste nel voler bloccare i 9 milioni di cartelle fiscali che l’Agenzia delle entrate dovrebbe riprendere a spedire dopo la scadenza del blocco introdotto a inizio pandemia. Pd e Leu sostengono che così si finirebbe per aggravare la situazione di chi è già in difficoltà.
La mediazione arriva dopo un lungo tira e molla: partono le cartelle ma senza pignoramenti. Potrebbe cambiare ancora: in ogni caso bisognerà aspettare il testo per avere certezze. Non è l’unico nodo. Sempre Italia viva chiede di rinviare Plastic e Sugar tax che, già rinviate nel pieno dell’emergenza, dovrebbero partire a gennaio. Si profila un mini rinvio, ad aprile, ma Italia Viva non ci sta, minaccia di votare contro. E punta il dito contro i 500 milioni di incentivi per le fusioni aziendali, che riguarderebbero soprattutto le banche e che il ministro Teresa Bellanova definisce «inaccettabile sconto fiscale al mondo delle banche».