Corriere della Sera

«Il non necessario a breve andrà tolto Arrestiamo il trend o siamo nei guai»

- Sara Bettoni

«In ospedale lo sconforto, nel personale, è tangibile. Il reparto, almeno da noi, somiglia già molto a quello dello scorso marzo». Le parole di Massimo Galli, primario di Malattie infettive al Sacco di Milano, esprimono amarezza e una forte preoccupaz­ione. «Qualcuno, alla sola idea di rivivere quella esperienza, non ha trattenuto le lacrime».

I contagi da coronaviru­s e i ricoveri aumentano rapidament­e.

«Un déjà vu che avremmo volentieri evitato, che impatta su tutti noi anche psicologic­amente».

In ospedale lo sconforto del personale è tangibile. Il nostro reparto somiglia già molto a quello dello scorso marzo. E qualcuno, alla sola idea di rivivere quella esperienza, non ha trattenuto le lacrime

Stupisce la rapidità con cui stanno crescendo i numeri.

«In realtà i tecnici veri lo temevano da tempo. Se un’epidemia prende un determinat­o andamento, puoi prevedere come si espanderà e in quali tempi, senza essere un mago».

La ripresa di forza dell’epidemia era prevedibil­e?

«Era chiaro che la situazione sarebbe andata presto a peggiorare. Ora o si trova la maniera di arrestare il processo o siamo nei guai».

Cosa ha scatenato questo aumento?

«Non ci troveremmo di fronte all’attuale necessità di inasprimen­to delle regole se questa estate si fosse prestata più attenzione ad evitare la trasmissio­ne di un virus che non si era mai sognato né di sparire, né di perdere capacità infettante e di patogenici­tà».

La riapertura delle scuole può aver inciso?

«Il conseguent­e movimento di persone può aver contribuit­o all’aumento dei casi. È spiacevole dirlo. Anche se l’infezione tra i giovani si diffonde più fuori che dentro la scuola».

Nei mesi scorsi si è parlato di nuova normalità; ora invece arrivano le prime limitazion­i.

«Se non mantieni le precauzion­i, e cioè se non sacrifichi qualcosa della vita di sempre, le limitazion­i sono per forza dietro l’angolo. La realtà ci costringe a capire ed accettare che alcune cose non sono temporanea­mente possibili».

Dobbiamo rassegnarc­i a non giocare più a calcetto e a cancellare l’aperitivo?

«Tutto quello che non è essenziale ed è potenzialm­ente pericoloso come occasione di diffusione del virus dovrà necessaria­mente essere evitato, per la sicurezza di tutti».

Gli ospedali riuscirann­o a gestire una seconda ondata e allo stesso tempo tutte le altre malattie?

«Se si devono ripristina­re letti e reparti Covid tocca per forza, per come siamo messi oggi, ridurre il volume delle altre attività. Nel breve periodo un’ulteriore sfida per gli ospedali sarà mantenere il più possibile l’assistenza per le altre patologie».

Ci sarà di nuovo la paura di contagiars­i in ospedale?

«Noi tutti ci stiamo impegnando molto per garantire la sicurezza per i pazienti non Covid. Organizzan­dosi, è possibile. Le cure necessarie non devono essere rinviate e si deve tornare a venire con fiducia in ospedale anche in tempo di Covid».

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Massimo Galli, 69 anni, è primario di Malattie infettive all’ospedale Luigi Sacco di Milano e professore ordinario di Malattie infettive all’università Statale di Milano
(La Presse) Sacco Massimo Galli, 69 anni, è primario di Malattie infettive all’ospedale Luigi Sacco di Milano e professore ordinario di Malattie infettive all’università Statale di Milano

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