Calenda pronto all’annuncio Tensione col Pd
Dovrebbe arrivare stasera l’annuncio ufficiale della sua candidatura a sindaco di Roma, quando Carlo Calenda interverrà nel programma di Fabio Fazio, Che tempo che fa. L’ex ministro dello Sviluppo economico, che ieri ha registrato il dominio web calendasindaco.it (ancora riservato e non navigabile), sembra sempre più deciso a correre da solo per il Campidoglio (si vota in primavera), sebbene i sondaggi svelino il rischio di fermarsi al primo turno. Le probabilità di successo aumenterebbero con il sostegno del centrosinistra, ma l’ipotesi di incontrarsi a metà strada si allontana ogni giorno di più. Calenda si è sempre mostrato riottoso all’idea di partecipare alle primarie, se non fosse che l’investitura dall’alto non è arrivata. D’altro canto il Pd non è affatto disposto a riaccogliere il transfuga dalla porta principale ed è scettico sul suo appeal, tanto più tra i grillini che al ballottaggio potrebbero snobbarlo preferendogli il competitor di centrodestra. Sui social ieri si è consumata l’ennesima diatriba con gli ex colleghi di partito. In risposta a un’intervista del deputato dem Andrea Romano sul Fatto quotidiano, che lo ha definito «scorretto» in quanto «non può pretendere il sostegno in bianco del Pd», ecco il tweet che stronca ogni possibilità di dialogo: «Picchiatori politici come Romano e mediatici come Il Fatto vogliono la rissa». Calenda ne ha anche per il conduttore di Non è l’Arena, Massimo Giletti, il cui nome è circolato come possibile (ma finora smentito) candidato di centrodestra. «Io dopo Raggi? Ci vuole poco a far meglio — la battuta del giornalista —, userei la ruspa». Pronto il commento del leader di Azione: «Governare Roma è un’impresa difficilissima: serve la testa, altro che la ruspa. Queste idiozie vanno bene per l’intermezzo di uno show televisivo, non per candidarsi a governare la Capitale». E a proposito di competenza, eccolo postare una foto della sua scrivania tappezzata di libri su Roma con tanto di citazione leopardiana: «Studio matto e disperatissimo».