Corriere della Sera

Ganna show, tripletta e fiori per la mamma «Mi merito una birra»

Domina la crono, lo Squalo soffre, oggi la montagna

- Gaia Piccardi

Il più grande spettacolo dopo il big bang, degno delle bollicine di questa valle, sono 193 centimetri di omone barbuto ripiegati su una bici d’oro, che divorano 34.100 metri alla media di 48 km all’ora. Giovanni Visconti, capitano della Vini Zabù, ha la ventura di essere sbranato da Filippo Ganna per strada, e l’ironia per raccontarl­o: «Pippo, quando mi ricapiterà di vederti così da vicino in piena azione? Non vedevo l’ora che arrivassi!».

Era destinato a fare il gregario di Geraint Thomas, invece Ganna colpisce ancora. La cronometro individual­e è il suo mestiere: dopo Palermo e l’impresa sulla Sila il Signor G centra il tris a Valdobbiad­ene, tra tappi che saltano e bicchieri che tintinnano. «Vincere tre tappe non era nei programmi: con capitan Thomas presente, per me sarebbe stato un altro Giro» sorride Filippo che si era svegliato storto («Avevo la luna girata per motivi personali») ed è andato a dormire felice, dopo aver regalato i fiori del podio a mamma Daniela («Mia sorella è rimasta a casa a curare i cani, la mia morosa non è venuta»). Sulla sedia bollente del miglior tempo, Ganna rimpiazza il compagno di squadra alla Ineos Rohan Dennis, secondo («Un amico: quando stai via tanti giorni è bello avere qualcuno con cui ridere e scherzare, sennò il ciclismo è un mortorio»), e non si alza più. Comincia, da lì in poi, la lunga attesa degli altri: Vincenzo Nibali che incassa 2’54” e si porta sulle montagne nel tascapane 2’30” di ritardo dalla vetta della classifica, a cominciare da oggi ai 1290 metri di Piancavall­o, con un occhio alle spalle (Majka e Pozzovivo inseguono a tre secondi): «La potenza espressa è stata notevole, i dati sono confortant­i» dice lo Squalo, che però ha perso Ciccone per bronchite; Almeida che chiude la crono sesto (a 1’31”) e si allaccia un altro bottone della maglia rosa (12a giornata da leader), puntando lo sguardo sereno verso Stelvio e Agnello («Non penso di aver sprecato troppe energie e non temo crisi: non ho paura» dice il sempre più sorprenden­te portoghese); Kelderman e Bilbao che non perdono posizioni, confermand­osi secondo (+56”) e terzo (+2’11”) in classifica; e infine la novità McNulty, da Phoenix (Arizona) con furore, che con il terzo posto nella crono balza al quarto assoluto.

Le grandi manovre non interessan­o

a Ganna, che adesso ha un solo obiettivo in testa: sopravvive­re sulle Alpi. «I miei limiti non li conosco, però so che portare in salita i miei 83 chili non sarà facile. In montagna sarò di supporto a Geoghegan Hart, poi potrò pensare alla cronometro di Milano. Intanto mi godo questa vittoria: una birretta credo di essermela meritata». Al tifo personaliz­zato sulle strade del Giro d’Italia Filippo sta facendo in fretta l’abitudine, da Palermo a Valdobbiad­ene («Prove difficili ma diverse: questa è stata più dura di testa perché c’erano dislivelli maggiori, con 40 minuti di corsa da gestire») è lui l’innamorato speciale della corsa rosa. «Nell’ultimo anno sono migliorato, la crono per me non ha più segreti — racconta il campione del mondo a Imola —. Anche solo cambiare una vite della bicicletta, dal ferro al titanio, aiuta ad andare più forte». Coach Dario Cioni l'ha incitato ogni metro della tappa di ieri («Fino in fondo! Fino in fondo Pippo!»), con il d.s. Matteo Tosatto ha una scommessa da riscuotere: in palio c’era una cena in cambio di una vittoria, ne sono arrivate già tre. «Rimango calmo per conservare energie psicologic­he» dice Ganna. Gli serviranno. Da oggi la strada sale, per non scendere più.

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