La ricerca (ambientalista) di Cagol
Da Bonn a Genova, da Kerpen a Palermo, fino alla Biennale: progetti e mostre dell’artista trentino
Mödrath di Kerpen?
«Sì. L’Haus Mödrath - Räume für Kunst di Kerpen, vicino Colonia, è un nuovo centro per la cultura contemporanea inaugurato ad aprile con la mostra Aftermieter, curata da Veit Loers che, ricordo, sarà il curatore ospite di Museion nel 2018. Tra le opere esposte nella villa in cui nacque il compositore Karlheinz Stokhausen vi è anche la mia Stars and Stripes, un Rorschach con la bandiera statunitense, una delle mie opere più rappresentative. La mostra resterà aperta fino al 15 novembre 2018. Per chiudere il capitolo tedesco, una mia opera resterà esposta a Berlino fino al 14 gennaio all’interno della mostra La table ronde a cu- ra di Peter Ungeheuer».
Se gli appunti non sono sbagliati, il primo appuntamento «italiano» in ordine cronologico riguarda una esposizione alla Chiesa di Sant’Agostino a Genova. Giusto?
«Sì, esatto. È la mostra Etherea che si terrà a Genova a Palazzo Ducale oltre che alla Chiesa di S. Agostino. Curata da Viana Conti, e Virginia Monteverde, è arricchita dal contributo del sociologo e mass-mediologo Derrick De Kerckhove, teorico dell’Intelligenza connettiva, allievo e collaboratore di Marshall McLuhan. Ritrovo De Kerckhove a quasi vent’anni di distanza dal mio post-dottorato a Toronto. L’esposizione riflette sulla digitalità dell’Universo estetico-creativo e si concentra sulla centralità Multimediale del messaggio. Personalmente trovo sempre molto affascinante esporre i miei lavori tecnologici in ambienti storici come Palazzo Ducale».
Passando ad un’altra Repubblica Marinara, il 24 novembre appuntamento a Venezia.
«Sì per il Locus book launch che si terrà, alle 16, nel padiglione della Bosnia Erzegovina in occasione del finissage della 57esima Biennale. Tra i quattro libri d’artista che verranno presentati vi è anche il mio, l’ultimo tassello della saga The Body of energy che ha girato mezza Europa. Si tratta di un libro fatto a mano con fogli termocromici a cristalli liquidi e colore termocromico su carta. Sono colori che cambiano a seconda della temperatura».
Per i progetti futuri, occorre, invece, spostarsi più a sud, in Sicilia.
«Sì, partecipo a un progetto per Manifesta 12, la biennale europea d’arte che si terrà a Palermo nel 2018. Non posso anticipare molto ma il progetto si intitola Cassata Drone e vi parteciperò insieme al Raqs Media Collective, che avevano curato Manifesta 7 tenutasi in Trentino Alto Adige».
Un’ultima cosa, Viana Conti, curatrice di «Etherea» la mostra di Genova, scrive: «Cagol realizza uno scenario umano di carattere immateriale e fantasmico, in cui reale e virtuale accadono come due componenti di un ente mutante, ancora instabile a livello di consapevolezza, sospeso tra conscio e inconscio». La realtà aumentata può essere la sintesi tra reale e virtuale?
«Non so, io non la sto utilizzando. Io sono molto digitale ma non altrettanto artificioso, utilizzo montaggi semplici nelle mie costruzioni. Tutto si evolve molto velocemente ma ricordo che il mondo è ancora pieno di pittori che dipingono quadri e sono in numero maggiore dei video artisti. Credo che il legame con la tradizione sia ancora molto forte. Anche io dipingevo quando frequentavo l’Accademia di Brera a Milano, poi ho trovato la mia strada uscendo con grande decisione dalla tradizione».
Ho trovato la mia strada uscendo dalla tradizione