Corriere dello Sport (Campania)

MANDZUKIC E’ TORNATA L’EUROJUVE

Il croato segna ancora, la rimonta continua Allegri è quinto. Sturaro e Zaza fanno 3-0

- di Alberto Polverosi

Quarta vittoria consecutiv­a, il campionato è avvertito: la Juve è tornata. Ieri sera ha stentato nel primo tempo ed è dilagata nella ripresa, quando il Palermo ha mostrato tutte le sue debolezze, quando si è rivelato inferiore per tecnica, rabbia e temperamen­to. Tre gol, ancora Mandzukic, poi il gran finale con Sturaro e Zaza, colpi micidiali inferti non solo al Palermo, ma anche alla Roma, ora a -3, al Milan di nuovo scavalcato, e oggi anche il Napoli o l’Inter penseranno alla Juve. Se pareggiano, fanno risalire ancora più su i bianconeri. Allegri aveva detto che a Natale avremmo rivisto la Juve nelle prime posizioni. Intanto da ieri è in zona-Europa League e poi Natale sta davvero arrivando per una squadra che dentro ha una forza mostruosa, la forza che l’ha portata per quattro volte a vincere lo scudetto.

AVVIO FATICOSO. La lentezza che nel primo tempo ha accompagna­to l’azione della Juve favoriva la fase difensiva del Palermo che solo nel finale ha ballato un pochino e si è salvato, proprio all’ultimo minuto, con un “muro” di Brugman su conclusion­e di Sturaro, a due metri dalla porta siciliana. Senza ritmo, senza intensità e con scarsa qualità (nonostante la presenza di un’ala pura e tecnica come Cuadrado), per 45 minuti la Juve non ha trovato il modo di far saltare l’assetto preparato da Ballardini. La pressione di Brugman su Marchisio ostacolava la buona partenza del gioco bianconero. Gioco che Pogba avrebbe dovuto arricchire se, a sua volta, non avesse deciso di infilarsi in una partita tutta sua, con la testardagg­ine che lo frena in serate come questa. L’unica zona che funzionava nell’attacco della Juve era la fascia Evra. Su quella corsia, il Palermo era in sofferenza perché Struna aspettava l’esterno francese quasi sulla linea della difesa, troppo dietro insomma, mentre Hiljmark, già occupato dalla presenza di Pogba, non garantiva la copertura necessaria. Evra prendeva il tempo (all’interno svedese) e lo spazio (al terzino sloveno) creando più di un pericolo.

IL RITORNO DEL PICCOLINO. Un capitolo a parte per Dybala che stava giocando sì per la sua nuova squadra, ma anche per mostrarsi agli occhi dei suoi vecchi tifosi. Era ben animato, ma mai troppo incisivo. Rientrava, come fa sempre, sul- la seconda linea per dialogare con Cuadrado e triangolar­e con Mandzukic. Dialoghi e triangoli che non compromett­evano fino a quel momento la difesa siciliana, sorretta da un centrale giovane, solido e cattivo quanto basta, Goldaniga. Quando toccava al Palermo ripartire, puntava invano sulla tecnica di Vazquez (che portava palla come se giocasse nel giardino di casa sua) e sull’esperienza di Gilardino che ha avuto sul destro la migliore occasione dei primi 45’ siciliani, ma il diagonale si è perso in fallo laterale. Per rendere chiara l’idea della pochezza del primo tempo, basta ricordare che né Sorrentino, né Buffon hanno fatto una parata vera, solo uscite e nemmeno troppo preoccupat­e. A parte il tiro ribattuto di Sturaro, l’altra vera occasione della Juve è arrivata con un colpo di testa di Bonucci su angolo di Dybala.

LA COPPIA PERFETTA. La Juve ha cominciato a perdere la pazienza già a inizio ripresa. Aveva atteso troppo, il momento per colpire era alla fine arrivato. Alla squadra di Allegri è bastato migliorare la precisione (di Dybala) e far valere il fisico (di Mandzukic) per stendere la difesa del Palermo. Del resto è questa la coppia d’attacco migliore per la Juve, come dicono le cifre: 448’ insieme, 9 gol in due, 5 di Dybala e da ieri sera 4 di Mandzukic. Stavolta è stato l’argentino a piazzare il cross teso e preciso per la testa del croato che, usando tutti i suoi centimetri e tutti i suoi muscoli, ha sovrastato Struna e segnato di testa. Ballardini ha cambiato subito con Quaison al posto di Hiljmark e poi con Trajokovsk­i per Gilardino che non teneva il ritmo, peraltro non straordina­rio, della gara. Il Palermo ci provava con un attacco senza punte di ruolo, ma inutilment­e: preso il gol, ha perso perdendosi. La risposta di Allegri è stato Morata per Mandzukic, il tecnico immaginava di avere più spazio per uno scattista come lo spagnolo. E ha immaginato bene, perché mentre il Palermo si è liquefatto, la Juve ha preso campo e gioco e ha colpito altre due volte, con una cattiveria da vecchia e vera Juve, prima con Sturaro e poi con Zaza. Il 3-0 alla fine era pesante per il Palermo, ma i campioni d’Italia ora sono tornati a far paura.

Quarta vittoria consecutiv­a: il tris nella ripresa dopo aver stentato nel primo tempo

Dybala-Mandzukic si confermano micidiali insieme: uno inventa l’assist l’altro cambia la gara

 ?? LAPRESSE ?? Mario Mandzukic, 29 anni, festeggia gol del vantaggio bianconero con Paulo Dybala, 22 anni, autore dell’assist
LAPRESSE Mario Mandzukic, 29 anni, festeggia gol del vantaggio bianconero con Paulo Dybala, 22 anni, autore dell’assist

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