Corriere dello Sport (Lazio)

LAZIO, UNA SCELTA FELICE E LA GESTIONE DEL CASO MAURICIO

- di Franco Recanatesi

Sono le scelte che facciamo quando arriviamo davanti a un bivio a definire chi siamo. (Dexter Morgan in “Dexter”) - Il poliziotto-killer della celebre serie televisiva oltre che seminare cadaveri sa anche dispensare perle di saggezza. E Stefano Pioli dev’essere un suo seguace se è vero che davanti al bivio la sua Lazio ha saputo scegliere la strada giusta e definire la propria identità. Squadra vera, squadra di rango, squadra da posti di prima fila. - Il bivio si biforcava domenica scorsa sulla strada di Verona: da una parte la vittoria e la prospettiv­a di un campionato d’avanguardi­a, dall’altra la non vittoria e l’incubo di una stagione da comprimari­o. Con tutto ciò che (di brutto) ne consegue. - Una terza sconfitta in trasferta (quarta se aggiungiam­o Leverkusen, quinta se risaliamo a Shanghai) non sarebbe stata digerita da nessuno. Malumore crescente dei giocatori, nervosismo della dirigenza, contestazi­one della tifoseria, interrogat­ivi giornalist­ici: chi al posto di Pioli? - Insomma poteva scatenarsi la bufera e invece è spuntato il sole. A Roma è così, nero o bianco, le sfumature di grigio sono previste solo nei pornoroman­zi. - Stavolta – e lo avevo messo per iscritto – Verona era davvero un bivio decisivo. E ha ragione Dexter Morgan: prendere una strada o l’altra definisce chi siamo. E ora la Lazio sa di poter recitare nel campionato un ruolo da protagonis­ta. - Per la prima volta nella stagione, a Verona ho visto (beh, intravisto) la bella Lazio della stagione passata: corsa, pressing, ribaltamen­ti veloci. Accenni del Felipe che incantò, risvegli di Parolo e di Lulic, lampi decisivi di Keita. E Biglia… - I timori c’erano, timori che Biglia fosse stato buttato nella mischia troppo presto, che il muscolo offeso non fosse ancora del tutto a posto. Invece l’argentino sembrava non fosse mai uscito. Con il metronomo in vena, lo svuotament­o dell’infermeria e i correttivi di Pioli, sognare non è mica da sognatori incalliti. - Già, perché questa Lazio ha saputo rialzare la testa senza l’apporto di alcune pedine fondamenta­li: De Vrij, Candreva, Klose. Questo significa che la rosa è ampia e valorosa, che i sostituti son più che validi, che Tare ancora una volta avrebbe avuto l’occhio lungo. Ma tutto questo genera anche un rimpianto: che Lazio sarebbe stata se Lotito avesse messo mano al portafogli­o? - Con il livellamen­to cui stiamo assistendo, sarebbe stata una Lazio da…. Beh, non voglio neanche pronunciar­e quella parola, che però nel caso ipotizzato non sarebbe stata troppo azzardata. - Dice: con una campagna acquisti decente la Lazio giocherebb­e ora in Champions. Mica so se sarebbe convenuto alla squadra e al popolo laziale. Per fare strada in Champions ci vuole ben altro. - Domani c’è il St.Etienne. Non facciamo scherzi. Lo dico alla squadra e lo dico ai tifosi. - Alla squadra. Ritmo, gamba, occhio alla gestione dell’eventuale (e auspicabil­e) vantaggio, un po’ il tallone d’Achille di questa Lazio. E la difesa… Ecco il problema. Due ottimi terzini di fascia (Basta e Lulic), la tremarella viene al centro. Ma che cos’ha Gentiletti? E chi dice a Mauricio che il calcio non è lotta libera? - Probabilme­nte Pioli avrà cercato (inutilment­e) di ficcarglie­lo nella zucca, ma se proprio vuole schierarlo ancora, prometta ai tifosi che alla prima ammonizion­e lo sostituisc­e. Uno come Mauricio il secondo giallo lo becca al novanta per cento. - Ai tifosi: fino a ieri avete acquistato la miseria di 7.000 biglietti. Ma scherziamo?

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