Corriere dello Sport (Lazio)

Kondogbia-Perisic le spine di Mancini

Le loro doti sono conosciute, ma faticano a integrarsi

- di Pietro Guadagno

L’Inter non aveva vinto il campionato dopo le 5 vittorie nelle prime 5 giornate, ma nemmeno lo ha perso dopo la netta sconfitta con la Fiorentina nell’ultimo turno. Si tratta di una squadra ancora in piena fase di costruzion­e, concreta ed essenziale nel trovare le risorse per una partenza sprint, ma ora davanti alla necessità di compiere un balzo in avanti sul piano della personalit­à e della fisionomia di gioco. E per farlo ha certamente bisogno che alcuni giocatori prendano in mano la situazione, trascinand­o i compagni e facendo la differenza. Tra questi ci sono certamente Kondgobia e Perisic, ovvero i colpi più importanti e costosi dell’ultimo mercato (rispettiva­mente 30 milioni più 8 di bonus e 16 più 3), insieme a Jovetic, che però a differenza degli altri due è arrivato in prestito con obbligo di riscatto.

Ebbene, CALCIO E PAESE NUOVI. se l’ex-viola è stato determinan­te subito, con le tre reti che hanno deciso le sfide con Atalanta e Carpi, di Kondogbia e Perisic si sono visti soltanto alcuni lampi delle rispettiva potenziali­tà. Si è scorto, insomma, cosa potranno diventare nel momento in cui saranno perfettame­nte integrati nell’impianto studiato da Mancini, ma anche adeguatame­nte ambientati in un calcio e in un Paese tutto nuovo. Già perché questo è proprio l’aspetto che li differenzi­a rispetto a Jovetic, che la serie A l’aveva già frequentat­a, dimostrand­o pienamente il suo valore, dal 2008 al 2013 con la maglia della Fiorentina. In sostanza, per lui si è trattato soltanto di riattaccar­e la spina. Tutte le difficoltà di Kondogbia e Perisic, invece, sono emerse domenica scorsa, con la squadra che ha steccato nel suo complesso e con loro che non sono stati in grado di guidare i compagni alla risalita, ma si sono fatti trascinare verso il basso.

Il croato RUOLO E CONDIZIONE. ha probabilme­nte qualche alibi in più per essere sbarcato a Milano soltanto lo scorso 29 agosto. E di questo primo mese italiano ha trascorso una decina di giorni con la sua nazionale. Poco, pochissimo, quindi, il tempo per inserirsi. La presenza di diversi compagni di origine slava, tra cui il connaziona­le Brozovic, oltre alla conoscenza dell’inglese ha agevolato il suo ingresso nel gruppo. E’ quello tattico, però, che deve ancora scattare, visto che il suo ruolo è fondamenta­lmente quello di esterno offensivo, ma si è ritrovato in una squadra che nei quasi due mesi di amichevoli di preparazio­ne era sempre andata in campo con il trequartis­ta. Insomma è stato lui a doversi adattare, dimostrand­o però, nelle occasioni in cui ha potuto agire sulla fascia, doti fuori dal comune. Certo non gli si può chiedere di percorrerl­a tutta quella fascia, come è accaduto con la Fiorentina. Sarà fondamenta­le, ad ogni modo, la crescita della condizioni fisica, visto che nelle ultime settimane al Wolfsburg, pur giocando in Bundesliga, in allenament­o si può dire sia stato “trascurato”, visto che era già chiaro che se ne sarebbe andato.

La miglior forma NUOVO TOURÈ. sarà determinan­te anche per vedere il vero Kondogbia. Pur avendo cominciato la preparazio­ne a Brunico, infatti, il francese è tra gli elementi che hanno pagato di più i carichi in allenament­o. In Francia il lavoro era meno intenso e diverso, senza contare un fisico particolar­e: 188 centimetri, gambe lunghissim­e, ma qualche comparto muscolare da potenziare. E non ha contribuit­o nemmeno il fatto che al Monaco il suo ruolo era quello di centrocamp­ista centrale di una mediana a due che doveva sostenere una linea di tre trequartis­ti, alle spalle di un punta. Mancini, invece, gli chiede di fare il centrale, quindi è obbligato ad “andare” costanteme­nte, proponendo­si ai compagni, ma anche subito dopo a tornare. Kondo, come l’Inter, è alle prese con un processo di evoluzione che gli dovrà regalare una nuova dimensione. Perché il progetto è quello di trasformar­lo nel nuovo Yaya Tourè. Significa che la fiducia nei suoi confronti è totale. Come quella nei confronti di Perisic, altra prima scelta del tecnico. Si tratta solo di attendere un po.’

Il francese per via del fisico longilineo ha pagato molto più dei compagni i carichi di lavoro Il croato è arrivato a Milano da un mese e deve ancora adattarsi al ruolo di trequartis­ta

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GETTY IMAGES Geoffrey Kondogbia, 22 anni, e il tecnico Roberto Mancini, 50, in allenament­o

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