Oddo: Pescara andiamo avanti Niente processi
«Archiviamo Vicenza e pensiamo alla capolista»
Aspettano con ansia la capolista Cagliari per riscattarsi, dopo il week end da bamboccioni a Vicenza. Sul banco degli imputati, in casa Pescara, soprattutto Torreira, che ha causato due rigori (il secondo all'ultimo minuto di recupero con un inspiegabile tentativo di rovesciata addosso a un avversario) e Memushaj, espulso in un momento cruciale. Il tecnico Massimo Oddo nell'immediato dopogara era furibondo, «stavamo per commettere un furto», il sussurro, mentre solo il suo corpo poteva conoscere l'esatta quantità di bile che gli si stava riversando dentro. Poi, l'attacco frontale ai suoi uomini. «A fine primo tempo avrei sostituito cinque, sei giocatori, eccetto i difensori, Abbiamo sbagliato tutto e io odio fare simili prestazioni, non è nel mio Dna. Stavamo pure vincendo, ma non sarebbe stato un risultato meritato».
Con questi presupposti la sfida di sabato alla corazzata Cagliari dei tanti ex, da Melchiorri a Salamon, Capuano e Balzano, si sarebbe presentata davvero impari. Però nel calcio le cose cambiamo in fretta e già ieri, in conferenza stampa, le parole dell'allenatore erano più concilianti. «Confermo che la partita non è stata giocata come tutte le altre, però mi è piaciuta la reazione quando dallo svantaggio siamo riusciti a ribaltare il risultato. Poi è andata com'è andata e non serve neanche più soffermarsi troppo: i miei giocatori non sono bambini dell'asilo, sanno bene dove hanno sbagliato». Quindi, la difesa dei singoli. «Mi dispiace che sia stata gettata la croce addosso a un ragazzo di 18 anni (Torreira). Ha visto una palla alta e non si è accorto dell'uomo dietro. Succede. In quel momento della partita doveva evitare, ha una certa irruenza, ma l'esperienza si fa sul campo». Un altro tema caro a Oddo, quello dell'attacco biancazzurro. Le criticità individuate da alcuni osservatori esterni riguarderebbero Andrea Cocco, cioè il capocannoniere dello scorso campionato, che oggi è ancora fermo a quota zero gol, oltre (ma solo dai nostalgici) al poco sfruttamento delle fasce, dopo l'abbandono del 4-3-3. Tutte eccezioni ribattute con puntiglio dal tecnico adriatico. «Cocco non è al 100%, eppure chiunque capisce di pallone si sarà reso conto che se non segna comunque manda in porta i compagni. Le azioni più importanti passano sempre da lui». Poi, l'irritazione per la storia dello sviluppo dell'azione troppo per vie centrali: «Ma perché, la porta dov'è? Tra l'altro di cross ne facciamo tanti, o con i terzini o con le mezze ali, c'è sempre qualcuno che gioca largo. D'accordo, potevamo avere qualche punto in più ma noi siamo una squadra costruita per crescere ed è quello che faremo».