Corriere dello Sport (Lombardia)

Vettel alla squadra: Scusatemi

«Sono terzo ma avrei voluto resistere davanti a Rosberg»

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Un podio dietro alle Mercedes volanti non è da buttare via. Sebastian Vettel lo sa e, anche se sperava di mettere la sua monoposto un po' più avanti, ha sorriso: «Ci sono mille ragioni per essere felici per il terzo posto - ha detto il ferrarista - Al secondo pit siamo rimasti sorpresi dal giro di uscita di Rosberg, pensavamo di avere un margine sufficient­e e alla fine un po' ti dispiace, perché se avessimo potuto resistere al secondo posto per lui sarebbe stato difficile sorpassare, ma la Mercedes era più veloce e meritava di stare davanti. Tuttavia terzo e quarto è un grande risultato per la squadra».

Il ferrarista, tagliato il traguardo, si è scusato via radio con la squadra: «Sono andato al limite, non ho potuto fare di più e mi scuso per non essere arrivato su un gradino più alto», ma una volta lì in alto ha detto che «è stato grandioso tornare qui, a Suzuka, sul podio: questa è la mia gara preferita. Nel complesso è stata una gara combattuta. Siamo sulla strada giusta, è andata meglio di quanto ci aspettassi­mo. E per il resto del Mondiale la tattica è solo una: attaccare al massimo».

Kimi Raikkonen ha sottolinea­to che «è stato fatto il massimo, tenendo conto della

Doccia di champagne sul podio per Vettel posizione di partenza (sesto, ndr). La macchina andava bene ed eravamo veloci ma su un circuito come questo, quando sei bloccato dietro ad altre vetture, è sempre difficile superare - ha spiegato il finlandese - Al pit stop abbiamo fatto un buon lavoro perché siamo riusciti a uscire davanti a Bottas. Non credo che avremmo potuto fare molto di più. C'è ancora del lavoro da fare, ma stiamo andando nella direzione giusta. Ovviamente vorremmo sempre essere davanti, ma è stato fatto un buon lavoro. Ora continuere­mo a cercare di fare progressi e migliorare».

«Quando non si vince non si può mai essere del tutto contenti - ha osservato il team principal della Ferrari, Maurizio Arrivabene - Però penso che il risultato non debba essere messo a confronto con quello di Singapore, ma piuttosto con Silverston­e, pista che ha caratteris­tiche simili a quelle di Suzuka. Se ripensiamo al Gp di Gran Bretagna, vediamo che il divario che avevamo allora dai nostri principali avversari si è ridotto. E ciò significa che c'è stato un grande sviluppo in tutti i settori, a iniziare dalla motorizzaz­ione».

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