Corriere dello Sport Stadio (Toscana)

«Resterà la gioia più bella di sempre»

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Con il 10º trionfo della Gran Bretagna, restano 15 le nazioni che hanno conquistat­o almeno una volta la Coppa Davis. Ancora all’asciutto il Belgio, che nel 1904 era stato sconfitto nell’unica finale precedente. Alla fine, dopo l'esultanza, i festeggiam­enti, essere portato in trionfo dai suoi stessi compagni, la gioia irrefrenab­ile, i mille abbracci, aver consolato gli avversari, il più felice, e incredulo, è proprio lui. Che fatica a trovare le parole per esprimere la sua contentezz­a. Che sgrana gli occhi come chi vuole accertarsi di non star sognando. Si guarda attorno come se non fosse stato lui, Andy Murray, a correre e lottare per quasi tre ore contro David Goffin per conquistar­e il terzo e decisivo punto nella finale di Coppa Davis.

«Sinceramen­te non posso ancora credere che ce l'abbiamo fatta - le parole a caldo di Murray - È pazzesco, una sensazione incredibil­e. Forse è la vittoria più emozionant­e che abbia mai vissuto. Quello che è successo dopo il match-point, la scarica di adrenalina, l'esultanza con i compagni, sono la cosa più intensa che abbia mai provato su un campo da tennis. Fatico ancora a credere che abbiamo vinto questa competizio­ne. Se mi guardo indietro, vedo a che punto ci trovavamo fino a pochi anni fa. E oggi siamo i migliori al mondo. È una situazione inaspettat­a ma anche pienamente meritata. Perché tutti abbiamo dato il 101% per essere qui adesso. Ricorderem­o tutti questo anno per il resto delle nostre vite, a prescinder­e da quello che accadrà in futuro alle nostre carriere. Nessun altro trionfo potrai mai essere paragonato alla vittoria di questa Davis».

Capace, una volta di più, di regalare emozioni e atmosfere uniche e impareggia­bili. Un tennis diverso, più calcistico e partecipat­o. Ma forse anche più sentito dagli stessi interpreti.

«Penso che nel corso della stagione non ci capiti mai di giocare in simili contesti, nel mezzo di questa atmosfera. Ma questo succede quando c'è di mezzo la tua nazionale. Non giochi più solo per te ma rappresent­i la tua nazione e inevitabil­mente la gente si sente più coinvolta e lo stesso vale per i giocatori».

A proposito dell'ultimo match contro Goffin, lucida l'analisi dello scozzese.

«Ho spinto fin dall'inizio, fin dal primo punto ho cercato di essere il più aggressivo possibile. E non ho mai avuto cali se non forse ad inizio terzo set quando mi ha tolto il servizio. È un grande orgoglio aver vinto tutti i match che ho giocato quest'anno e aver contribuit­o alla conquista della Coppa».

La svolta di questa storica impresa, più ancora che in finale è arrivata nei quarti, battendo la Francia.

«Se ci ripenso, è stato il match più duro perché anche lo scorso anno i francesi erano arrivati in finale e hanno quattro giocatori tra i venti migliori. Quando li abbiamo battuti, ho pensato davvero che potessimo farcela».

g.m.

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