Attaccante e poi terzino ora si occupa di comunicazione
Alberto Di Chiara è alla sua... terza vita. La prima da giocatore, ala rapida passato alla storia anche per il gol che tolse alla Roma uno scudetto. La seconda con la trasformazione da attaccante a difensore, studiata dall’ex ct brasiliano Lazaroni quando era sulla panchina della Fiorentina. La terza vita se l’è inventata da manager, con grande attenzione alla comunicazione. Ora è arrivato alla quarta opzione? «No - ci spiega ridendo - al massimo è una... variante». Di certo, Di Chiara è il primo a passare dal calcio alla canzone. «Tutto è nato dalla mia amicizia trentennale con Michele Torpedine. Lui è il mio contatto con la musica ad alto livello. Mi invitava ai concerti di Bocelli, di Zucchero. Poco tempo fa mi ha invitato a Taormina dove ho conosciuto i ragazzi de “Il Volo” e ne sono rimasto impressionato. Michele mi ha chiesto se volevo dargli una mano sotto il profilo della comunicazione, l’idea mi è piaciuta: calcio e spettacolo, una bella fusione. I ragazzi sono giovanissimi ma lavorano a testa bassa e con grande umiltà. Siamo davanti a tre talenti purissimi, tre fuoriclasse. Che sanno emozionarsi e che emozionano».