Corriere di Bologna

Liste e giunta, il Cencelli del Pd

Merola prepara il rimpasto: Lombardo e un critellian­o nella squadra a Palazzo

- Persichell­a, Romanini

Nervi tesi in casa Pd sulle candidatur­e alle Politiche perché la coperta è sempre più corta. Renzi impone la candidatur­a di Casini al Senato, la sinistra e la Fiom attaccano e nel Pd ci sono perplessit­à. Un posto al sole poi dovrebbe averlo anche il renziano della prima ora Benedetto Zacchiroli. Ci sono ancora quindici giorni per mettere a posto tutte i tasselli.

Ma a soccorrere Critelli in difficoltà per le troppe richieste (per pochi posti) arriva il sindaco Merola che è pronto ad effettuare un rimpasto della sua giunta per aiutare a sfoltire la lista del segretario: in squadra potrebbero entrare un renziano (Marco Lombardo) e un uomo vicino al segretario Critelli. Sulla possibile lista di uscita ci sono i nomi degli assessori Davide Conte, Bruna Gambarelli e Susanna Zaccaria.

Ci sono quindici giorni di tempo per chiudere le liste delle elezioni politiche e in casa Pd, il gruppo ancora di gran lunga maggiorita­rio da queste parti, si è ancora in alto mare. A sentire Matteo Renzi sono solo tre quelli ad avere un posto sicuro in Emilia: Graziano Delrio, Matteo Richetti e Pier Ferdinando Casini ai quali vanno aggiunti con ottime probabilit­à di entrare i nomi di Andrea De Maria, Daniele Manca e di Andrea Rossi. Fine. Tutti gli altri sono in ballo.

Sulla candidatur­a di Casini in Emilia (probabilme­nte al collegio uninominal­e del Senato a Bologna) non ci sono spazi di dialogo. Nel Pd a Bologna si è aperta una discussion­e su questo tema. Si teme che l’elettorato abbia difficoltà a scegliere un candidato dal profilo moderato contro una candidatur­a di sinistra come quella di Bersani ma non è questa probabilme­nte la vera preoccupaz­ione. Sempliceme­nte per il gioco degli incastri e delle quote di genere al Pd preferivan­o una candidatur­a come quella di Lorenzin. Il tema dell’eventuale incrocio tra le candidatur­e di Bersani e di Casini è un po’ surreale ma terrà banco comunque. È surreale perché intanto dalle informazio­ni disponibil­i al momento Bersani correrà alla Camera e Casini al Senato e dunque non si incroceran­no. E perché forse questo tema agita più i sonni delle classi dirigenti che degli elettori che capiscono bene che quando si fa un’alleanza ti può capitare di dover votare per un candidato di un altro partito. Sul punto il ministro Delrio si è espresso in questo modo: «Chi deve votare l’elettore del Pd a Bologna tra Casini e Bersani? Casini perchè fa parte della coalizione con il Pd. Bersani non è più del Pd, è uscito e ha un altro progetto. Ma io spero che dopo le elezioni si possa ricomincia­re a parlare perché questo Paese ha bisogno di un centrosini­stra forte».

Il tema dell’incrocio Casini-Bersani è troppo suggestivo per non essere tirato in ballo e ieri lo ha fatto anche il governator­e della Toscana. «A Bologna — ha scritto — l’elettore di sinistra potrà scegliere tra Bersani candidato in Liberi e Uguali e Casini candidato col Pd. Il primo è un uomo simbolo della sinistra e il secondo è stato un esponente della destra Dc, poi del centrodest­ra di Berlusconi e infine è diventato un alleato di un Pd sempre più di centro. È chiara la natura della competizio­ne tra noi e il Pd».

Sul tema ieri si è esercitato anche il leader regionale della Fiom Bruno Papignani: «Tra Casini ed Errani è la storia a parlare. Se dovessi votare Errani da solo lo voterei. Ma non si vota solo il candidato, si vota anche un partito». In realtà l’incrocio potenziale sarebbe tra Casini e Bersani ma forse è quello il ragionamen­to che voleva fare Papignani.

Tornando alle liste del Pd dunque ci sono tanti rebus da incastrare. Ad esempio, viene data per certa la ricandidat­ura della prodiana Sandra Zampa ma non è ancora chiaro dove perché in quota Prodi sono considerat­i anche l’alleato Giulio Santagata che dovrebbe correre a Modena e Sandro Gozi a Cesena. Così come sembra che le speranze di Sergio Lo Giudice di ricandidar­si siano legate al fatto che il suo nome sia fatto dalla sua area politica che negli accordi nazionali dovrebbe avere diritto ad un solo posto. Allo stesso modo la partita è molto in salita per molti parlamenta­ri che vorrebbero il bis. Nelle liste e molto probabilme­nte a Bologna ci dovrebbe essere posto però per un renziano doc molto lontano dai riflettori negli ultimi tempi e che ha buoni rapporti anche con il segretario del Pd di Bologna, Francesco Critelli: Benedetto Zacchiroli, già stretto collaborat­ore dell’ex premier a Palazzo Chigi.

 ??  ?? Benedetto Zacchiroli è stato capo della segreteria tecnica di Matteo Renzi quando era premier fino alla sconfitta del referendum del 4 dicembre del 2016 dopo la quale si è dimesso. Zacchiroli ha buoni rapporti con il segretario Pd Critelli
Benedetto Zacchiroli è stato capo della segreteria tecnica di Matteo Renzi quando era premier fino alla sconfitta del referendum del 4 dicembre del 2016 dopo la quale si è dimesso. Zacchiroli ha buoni rapporti con il segretario Pd Critelli
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