Commerciante e ricettatrice: arrestata
Secondo l’accusa, faceva usare carte e bancomat rubati sui bus nel suo negozio
Svuotavano i bancomat degli anziani borseggiati sugli autobus. Due donne, una delle quali titolare di un negozio in via Lame, sono state arrestate dalla polizia al termine di una indagine partita dall’impennata di borseggi sui bus. Secondo le indagini le due avrebbero alleggerito una trentina di anziani, prelevando ai bancomat o facendo falsi acquisti nel negozio della commerciante. Un giro d’affari di quasi 40.000 euro dal 2013.
Non ha smesso di «strisciare» le carte di credito e i bancomat rubati agli 80enni neanche dopo che la polizia si è presentata nel suo negozio per chiederle di descrivere chi aveva fatto acquisti da migliaia di euro con quelle carte rubate. E.T., 54enne commerciante bolognese, secondo l’accusa non ha smesso con la sua complice, B.I.N.Y ecuadoregna di 44 anni, di usare bancomat e carte di credito appena scippate sugli autobus cittadini, incassando soldi per acquisti mai avvenuti e svuotando i conti. Le due donne sono finite in carcere su disposizione del gip Gianluca Petragnani Gelosi, sulla base dell’inchiesta condotta dal pm Simone Purgato e dal commissariato Bolognina Pontevecchio per più di un anno e mezzo.
I poliziotti, guidati dal dirigente Giuseppe Capriello, si sono insospettiti quando, a dicembre di un anno fa, c’è stato un picco di borseggi sugli autobus e le vittime erano sempre anziani. Tracciando i pagamenti fatti dopo i furti, nel giro di pochi minuti, prima che i malcapitati titolari bloccassero le carte, la polizia si è accorta che in più occasioni le transazioni venivano fatte in un negozio di abbigliamento in via Lame, di proprietà della 54enne bolognese. Poi sono stati controllati i conti dell’attività e si è scoperto che già dal 2013 in quello stesso negozio erano stati fatti acquisti con bancomat rubati. Una strana coincidenza, anche perché, seguendo i pagamenti, sono saltate fuori alavesse tre transazioni nel corso degli anni sempre nello stesso negozio sempre con carte rubate: il 17 dicembre 2013, a distanza di pochi minuti, con lo stesso bancomat rubato sono stati fatti due acquisti da 2.549 euro e da 1.030 euro. E poi ancora: il 7 febbraio 205 (250 euro), il 20 dicembre (1.285 euro), il 30 gennaio 2016 un pagamento da 353 euro alle 12.12 e un altro da 198 euro un minuto dopo. Nel 2017 per otto volte qualche acquirente del negozio della 54enne ha pagato con carte rubate, tanto che il 12 aprile la donna fu sentita dalla polizia che le chiese se ricordava chi fatto quegli acquisti.
A maggio è stata posizionata una telecamera all’ingresso del negozio che per due volte riprende la 44enne dell’Eacuador entrare ed uscire senza acquisti. La donna, con una sfilza di precedenti per reati contro il patrimonio e quindi conosciuta dalla polizia, viene anche immortalata in diversi istituti di credito mentre fa prelievi subito dopo i borseggi, in alcuni casi accompagnata da un 80enne di Napoli che per ora è solo indagato.
Il 2o giugno nel giro di un’ora la 44enne svuota il conto di un ottantaduenne che alle 9.40 aveva subito un borseggio sull’autobus: quasi 2.500 euro in parte prelevati a sportelli, presumibilmente presenti nei portafogli delle vittime, e in parte tramite transazione nel negozio di via Lame. E il giorno dopo quando la polizia va a chiedere alla commerciante chi avesse fatto quelle transazioni, lei dice: «una coppia di 60enni».
Le due donne sono accusate di ricettazione e indebito utilizzo di carte di credito: sono accusate di 30 episodi, la polizia ha accertato un giro d’affari di 37.000 euro spesi con bancomat rubati negli ultimi 4 anni nel negozio della 54enne, ma il suo avvocato Enrica Sassi osserva: «È un importo modesto spalmato su più anni, è fisiologico che in un negozio si presentino acquirenti che pagano con carte di dubbia provenienza. La mia assistita non conosceva l’altra e lo dimostreremo».