Corriere di Bologna

La sicurezza via WhatsApp Parte il Progetto Navile

Vede la luce dopo un anno di stop e aggiustame­nti il progetto di sicurezza partecipat­a al Navile Il numero per le segnalazio­ni sarà gestito dai comitati cittadini. L’assessore: ma no ai poliziotti fai da te

- Andreina Baccaro

Parte dopo più di un anno di incubazion­e, il progetto di sicurezza partecipat­a al Navile con un numero dedicato per le segnalazio­ni WhastApp. Sarò gestito dai comitati della Bolognina che filtrerann­o i messaggi da girare alle forze dell’ordine. È stato presentato dall’assessore alla Sicurezza Alberto Aitini e dal presidente del quartiere Navile Daniele Ara. «I cittadini non faranno ronde nè i poliziotti fai da te» ha avvertito l’assessore. E Ara: «In tutti i casi di pericolo bisognerà chiamare comunque le forze dell’ordine». I consigli dei comitati per evitare l’effetto psicosi. Dopo la sperimenta­zione si penserà ad estenderlo ad altri quartieri.

Non dovrà generare psicosi, non dovrà trasformar­e i cittadini in «poliziotti fai da te», non dovrà sostituire i numeri delle forze dell’ordine in caso di pericolo. Il progetto di sicurezza partecipat­a al Navile tramite WhatsApp parte con tanti «ma», finalmente però, dopo più di un anno che se ne parla, è attivo e pronto a raccoglier­e le segnalazio­ni dei cittadini per migliorare la vivibilità soprattutt­o in Bolognina. All’utenza 3248264509 i cittadini del Navile possano ora segnalare via sms o Whatsapp, non telefonate, quello che non va.

È stato presentato ieri dai comitati che hanno aderito al progetto di sicurezza partecipat­a, che da tempo chiedevano uno strumento di contatto diretto tra cittadini «antenne» e le forze dell’ordine. In conferenza stampa c’erano l’assessore alla Sicurezza Alberto Aitini e il presidente del Navile Daniele Ara. «I cittadini sono le nostre antenne sul territorio ma non faranno ronde» ha precisato subito Aitini. Mentre Ara ha messo dei paletti: «Questo strumento non deve sostituire il rapporto con le istituzion­i. Ogni volta che c’è una situazione di pericolo bisogna chiamare polizia, caradell’ordine. binieri o vigili del fuoco. Può essere utile invece per monitorare situazioni di degrado o di spaccio prima che si incancreni­scano».

Il rischio di generare piscosi o inondazion­i di segnalazio­ni è noto e anche per questo il progetto ci ha messo un po’ a partire: i carabinier­i hanno testato la preparazio­ne dei referenti e hanno fornito un’adeguata formazione, perché saranno i comitati a gestire il numero e non le forze Anche per questo il prefetto Matteo Piantedosi ha preferito che non ci fossero in conferenza stampa. «È un progetto sperimenta­le, vediamo cosa succede — dice Aitini—. Sono fiducioso perché i comitati sono seri e hanno dimostrato in queste prime settimane di avvio che riescono a filtrare le segnalazio­ni e comunicare quelle importanti».

E dunque Marinella Degli Esposti del comitato Bologna 2000 elenca le situazioni tipiche da segnalare: «Bivacchi, schiamazzi, degrado, spaccio o situazioni sospette come un’auto abbandonat­a da molti giorni. In questi casi a volte i cittadini non sanno chi chiamare o temono che non arrivi nessuno». Scrivendo al numero WhatsApp, invece, i referenti delle associazio­ni (ci sono anche Progetto Bolognina, Vivere il Navile, Residenti dell’ex mercato e altri), vaglierann­o ogni input e valuterann­o se e come girarlo a chi di dovere.

Il numero sarà attivo 24 ore su 24 ore, i messaggi saranno letti anche di notte, grazie al servizio di guardiania notturna dell’hotel Guercino. «Può essere utile anche per quei casi in cui un cittadino ha paura a segnalare o vuole restare anonimo», dice Simona Bentivogli di Progetto Bolognina, che spiega la scelta dello slogan «La sicurezza del quartiere comincia da te!»: «Vogliamo che i cittadini si sentano partecipi ma soprattutt­o ascoltati. Il fatto che negli scorsi anni siano nati tanti comitati in Bolognina vuole dire che qualcosa non ha funzionato nella sicurezza».

Attenzione però, mette in guardia il presidente Ara: «C’è la privacy da rispettare quindi le foto non devono essere inviate, si rischia di immortalar­e persone che non vogliono essere fotografat­e e possono denunciare».

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Il volantino con il numero al quale inviare sms o messaggi WhatsApp Le segnalazio­ni saranno filtrate da referenti «formati» dai carabinier­i
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