Tengono a bada i nemici del microbiota intestinale Il toccasana? Due kiwi al dì
Le proprietà del frutto, studiate dalla Gastroenterologia del Sant’Orsola, aiutano anche chi soffre di intestino irritabile
Hanno un contenuto di vitamina C superiore persino a quello delle arance, favoriscono la riduzione dell’indice glicemico e stimolano la digestione. Insomma, i kiwi fanno bene all’organismo per tante ragioni e mangiarne due a colazione, maturi al punto giusto, può essere utile anche contro l’intestino irritabile, una patologia cronica che colpisce silenziosamente una persona su dieci. Soprattutto donne.
«Si tratta di una condizione che provoca dolore alla pancia, spasmi, crampi e irritabilità intestinale, con un’alternanza di stitichezza e diarrea. In passato le cause non erano note e si pensava dipendesse solo dallo stress, ma oggi non è più così», spiega il professor Giovanni Barbara della Medicina interna del policlinico Sant’Orsola, coordinatore di uno studio internazionale, terminato nel 2017 insieme a colleghi italiani, asiatici e neozelandesi, a cui hanno partecipato 180 persone con intestino irritabile e stitichezza. Lo studio, che sarà pubblicato entro l’estate, mette a confronto l’efficacia del kiwi a quella della terapia lassativa più utilizzata su questi pazienti. «E alla fine è emerso che l’efficacia del kiwi è addirittura superiore», assicura Barbara, ricordando che questo frutto, di cui l’Italia è storicamente tra i produttori leader a livello mondiale, oltre a favorire il transito intestinale ha anche uno scarso contenuto di Fodmap, Fermentable oligosaccharides, disaccharides, monosaccharides and polyols. Traduzione: sostanze altamente fermentabili che creano gas e crampi.
Il kiwi è però un ottimo alleato contro l’intestino irritabile prima di tutto per la sua azione riequilibrante del microbiota intestinale, un «insieme di microbi, batteri, virus e funghi che vivono con noi e dentro di noi». E che in passato veniva chiamato flora intestinale. Il microbiota è indispensabile per l’assorbimento dei nutrienti, per estrarre energia dai cibi, produrre vitamine e per difenderci dalle infezioni. Ma soprattutto, prosegue lo specialista, «ci aiuta nella digestione e a mantenere in equilibrio batteri buoni e cattivi». Perché è proprio quando questo equilibrio si rompe che iniziano i problemi.
Il kiwi, che stimola la crescita dei batteri buoni e riduce quella dei batteri cattivi, si rivela dunque un ottimo alleato per la salute dell’intestino, le cui patologie sono da anni sotto le lenti di ingrandimento bolognesi. Basti pensare al congresso internazionale su questa sindrome «nascosta» ospitato a maggio sotto le Due Torri. Oppure ai risultati ottenuti
” Barbara Dalla ricerca da noi coordinata emerge che l’efficacia di questa bacca è superiore alla terapia tradizionale
dall’unità operativa di Gastroenterologia del policlinico anche dagli studi sulla permeabilità intestinale e dalla messa a punto di una metodica diagnostica di medicina nucleare, che mediante la somministrazione di un tracciante radioattivo, consente di identificare sottogruppi di pazienti con malassorbimento di acidi biliari. Anche questo è un altro passo in avanti nella ricerca clinica, che porta la firma del policlinico Sant’Orsola-Malpighi.