Corriere di Bologna

Burn out e abusi Un organismo ad hoc per tutelare gli anziani

- Mauro Giordano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Un organismo di controllo per fare emergere i casi di violenza e abusi sugli anziani. Un occhio vigile non solo sulle strutture di cura ma anche dentro le mura domestiche, grazie all’aiuto delle associazio­ni che svolgono i servizi di assistenza a domicilio. L’Asp Città di Bologna sta studiando lo strumento per mettere in contatto tutti settori che si occupano del tema (dai servizi sociali ai centri di assistenza) per riuscire a prevenire e combattere vicende come quella recentemen­te emersa a San Lazzaro con l’operazione dei carabinier­i: secondo l’accusa la casa famiglia privata «Il Fiore» di via della Croara era teatro di soprusi e maltrattam­enti sugli anziani che ospitava. Per affrontare il problema, però, l’Asp è sempre più impegnata anche sullo stato di benessere dei suoi lavoratori coinvolgen­doli in progetti anti burn out, ovvero lo stress lavorativo ai quali sono particolar­mente sottoposti gli operatori sanitari e dediti all’assistenza: ieri sono stati presentati i risultati di una sperimenta­zione che ha aiutato una trentina di operatori della Casa residenza Saliceto, fornendo tecniche di meditazion­e e rilassamen­to nei momenti più stressanti. Tornando ai controlli sugli abusi, è Irene Bruno, dirigente dei servizi anziani dell’Asp a spiegare gli obiettivi da raggiunger­e. «Siamo ancora allo studio, ma l’intenzione è quella di mettere in relazione tutti gli organismi già esistenti, coinvolgen­do anche l’Università — sottolinea —. Si cercherà di rilevare e raccoglier­e le segnalazio­ni che rimarrebbe­ro nascoste. È importante saper cogliere i segnali in modo da poter intervenir­e in tempo». Per quanto riguarda il burn out, il progetto Jobis organizzat­o insieme alla cooperativ­a sociale Anziani e non solo, ha permesso alla residenza di via Saliceto di preparare le equipe a riconoscer­e e affrontare le possibili criticità derivanti da carichi lavorativi pesanti e causa di difficoltà emotive. «Il tema del burn out e quello degli abusi sono collegati, perché se un operatore sta bene anche il suo assistito non avrà problemi — spiega la Bruno —. Bisogna sempre adeguare i turni lavorativi in modo da renderli compatibil­i con la vita privata». Licia Boccaletti, coordinatr­ice di Anziani e non solo, racconta «che la formazione ha fornito gli strumenti per riconoscer­e i sintomi da burn out e capire come affrontarl­i». Secondo una ricerca condotta da Giulia Casu e Francesco Giaquinto del Dipartimen­to di Psicologia dell’Alma Mater, su 150 infermieri in Emilia-Romagna, Marche e Puglia, la fonte di stress predominan­te deriva infatti da fattori legati all’organizzaz­ione lavorativa. «I percorsi formativi come quelli organizzat­i nella nostra struttura servono per individuar­e subito la possibile deriva in episodi gravi» aggiunge Paola Bulzamini, tra le coordinatr­ici della Cra Saliceto.

” Bruno Bisogna adeguare i ritmi lavorativi degli operatori in modo da renderli compatibil­i con la vita privata

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