Corriere di Bologna

Scuole al via per 500.000 studenti E c’è il primo liceo «cellulari free»

Domani si parte, il caso di Piacenza che scherma i cellulari. Come in Usa

- Balbi, Persichell­a

Sono poco più di mezzo milione i ragazzi che domani torneranno a scuola in regione. A Piacenza il caso del primo liceo che schermerà i cellulari con una tecnologia Usa. Non tutti concordano: «Proibire non è la soluzione», dice Danieli della Fondazione Golinelli.

Per tanti si ricomincia, per molti altri è un inizio. Comincia domani l’anno scolastico in tutte le scuole dell’EmiliaRoma­gna per 550 mila studenti che affolleran­no le 25.042 classi attive in regione. Per i 118 mila alunni bolognesi c’è l’augurio del sindaco Virginio Merola e dell’assessore alla Scuola Marilena Pillati che hanno mandato a tutti un messaggio all’insegna dell’integrazio­ne. «Voi che siete nati e cresciuti in una società multietnic­a e multicultu­rale aiutate noi adulti a guardare al futuro con occhi diversi, a costruire una comunità dove non si guardi più all’altro con diffidenza, ma con fiducia», l’auspicio di Merola e Pillati.

Quindi, pronti, via con zaino in spalla carico di libri e quaderni, uno snack da consumare durante l’intervallo e l’immancabil­e smartphone nelle tasche dei pantaloni. Sì, ma non ovunque. C’è un istituto in regione dove da quest’anno i cellulari saranno banditi.

È il liceo paritario San Benedetto di Piacenza, dove il preside Fabrizio Bertamoni ha deciso di introdurre Yondr, un nuovo sistema americano, in pratica un sacchetto in grado di schermare totalmente gli smartphone. Ogni studente del San Benedetto (in tutto sono un centinaio) ne riceverà uno appena entrato in classe, infilerà lì dentro il suo cellulare e lo terrà con sé durante le lezioni senza però poterlo aprire (può essere sbloccato solo da un particolar­e sistema in dotazione agli insegnanti) fino al suono della campanella.

«Negli stati Uniti è usato nei musei, teatri, università, tribunali. Mi son detto: perché no?»

Niente telefonate, messaggi e social neppure durante la ricreazion­e.

«Negli Stati Uniti stanno iniziando a usarlo nei musei, nei teatri, nelle università e nei tribunali, e allora mi sono detto perché no?», racconta il preside. Negli anni scorsi non ci sono stati casi particolar­i nell’istituto tali da convincere il preside a prendere questa decisione. «No, è stata una mia idea. Il fatto è — spiega — che il desiderio si nutre di mancanza, e quindi per permettere ai ragazzi di desiderare qualcosa che oramai li controlla completame­nte, ho pensato di dare qualche ora di tregua e alimentarg­li il desiderio». E così, grazie a questo strumento, il preside può rivendicar­e, come ha fatto nella lettera inviata nei giorni scorsi ai genitori, che la sua sarà «la prima scuola phonefree d’Italia». Bertamoni però non vuol sentir parlare di divieto, «non c’è nessuna natura punitiva, coercitiva e repressiva — si difende —, il nostro vuole essere più che altro un aiuto». Il costo della singola tasca è di 30 euro, e così in tutto fanno circa 3 mila euro che l’istituto piacentino si pagherà di tasca sua. Per il momento un risultato Bertamoni lo ha ottenuto: nemmeno una protesta da genitori e studenti. «È una bella idea, bravo preside», batte le mani Antonella Ostan, mamma presente nel consiglio d’istituto.

Bertamoni però vuole convincere anche gli altri cittadini della bontà della sua idea e così domani presenterà Yondr in un teatro di Piacenza assieme a un incaricato della società americana che lo produce, mentre nel suo istituto le lezioni senza cellulare saranno già iniziate da un pezzo.

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 ?? Protagonis­ta ?? Edna Caprapall era insegnante alla scuola elementare di Springfiel­d, ed è stata anche la maestra di Bart. Qui alle prese con i cellulari dei suoi alunni
Protagonis­ta Edna Caprapall era insegnante alla scuola elementare di Springfiel­d, ed è stata anche la maestra di Bart. Qui alle prese con i cellulari dei suoi alunni
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Anticellul­are Lo Yondr, per schermare

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