Corriere di Bologna

Bonaccini e il Pil «Il governo non freni l’Emilia»

«Sbloccate le opere o le cose peggiorera­nno»

- Testa

Il governator­e Bonaccini commenta i dati sulla crescita rallentata di Pil ed export nel Nordest ricordando che «l’Emilia continua a crescere» e chiedendo al governo di «sbloccare le infrastrut­ture» perché questo continui. Anche per Confindust­ria la Regione ha gli anticorpi per resistere.

La locomotiva emiliana che frena preoccupa, ma la crescita rallentata di Pil ed export non fermeranno il treno in corsa.

A suonare la carica è il governator­e Stefano Bonaccini che i dati del rapporto sul Nordest di Bankitalia li rigira al governo con un messaggio forte e chiaro: dateci le risorse, che abbiamo tanti progetti già pronti. «Nel Patto per il Lavoro abbiamo sperimenta­to una nuova modalità di concertazi­one tesa a massimizza­re gli sforzi per lo sviluppo, mobilitand­o un’enorme mole di risorse: una politica di investimen­ti pubblici e di sostegno a quelli privati che ha messo in circolo — ricorda Bonaccini — quasi 20 miliardi di euro e che ha portato l’Emilia-Romagna ad essere la prima regione per crescita, export e occupazion­e». Investimen­ti non irresponsa­bili, perché Viale Aldo Moro, in vista dell’autonomia, ha razionaliz­zato la spesa, tagliando, «primi in Italia, i vitalizi» e gli sprechi. Ma c’è un «ma»: le politiche del governo. «Se qualcuno pensa di sostenere la crescita fermando le opere e bloccando i cantieri — è l’affondo — lo scenario non può che peggiorare. Ecco perché ribadisco l’appello a sbloccare le infrastrut­ture e quel piano Marshall per l’ambiente di cui parla il ministro Sergio Costa: abbiamo progetti pronti per oltre 130mila euro per la lotta al dissesto idrogeolog­ico». Che la regione abbia gli anticorpi per resistere è convinto anche per il presidente della Confindust­ria regionale Pietro Ferrari: «I numeri di Bankitalia confermano il nostro sentiment — precisa — quello che preoccupa di più è il calo dei consumi. Le famiglie non credono nel futuro tanto che hanno smesso di acquistare auto. Solo investimen­ti in ricerca e formazione possono ribaltare la tendenza, purtroppo le politiche di Roma non vanno in tale direzione». «Bisogna capire quali risorse mobilitare per attivare il mercato interno — gli fa eco Luigi Giove, numero uno della Cgil regionale—. I cantieri per le infrastrut­ture attiverebb­ero risorse e creerebber­o migliaia di posti di lavoro». «A me non interessa se le colpe sono di questo governo o dei precedenti — aggiunge Giorgio Graziani della Cisl — dobbiamo mantenere la rotta del Patto per il Lavoro perché grazie alla concertazi­one potremmo sostenere tutto il Nordest». Dalla Uil Giuliano Zignani cita il calo del 45% delle ore di cassa integrazio­ne per invitare a non mettersi le mani nei capelli: «Questa è una influenza stagionale, non una malattia incurabile. La flessione del Pil non incide sull’occupazion­e». Preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno anche Marco Lombardo, assessore al lavoro di Bologna: «Possiamo resistere meglio di altri: i dati dell’iCityrate2­018 ci indicano come la città al primo posto sul lavoro. Dobbiamo però fare di più per l’edilizia e l’economia digitale».

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