Corriere di Bologna

PREZIOSI E ANCHE INDIVISIBI­LI: I PORTICI SONO LA NOSTRA ANIMA

- Aldo Pancani, © RIPRODUZIO­NE RISERVATA BOLOGNA

È bello come vi occupate con articoli molto estesi dei nostri portici. Il Comune spera di farli diventare patrimonio Unesco ma forse le loro condizioni di mantenimen­to non sono il massimo per ottenere questo obiettivo. Lei pensa che possa essere raggiunto?

BOLOGNA

Gentile signor Pancani, ci spero. Ma vivo due tipi di speranza: una del cuore, l’altra della ragione. Non farà fatica a riconoscer­e quella che ha prevalso nella mia risposta, visto che sono nato e cresciuto in Strada Maggiore, nel palazzo delle tre frecce, come si diceva, e non Casa Isolani come adesso. Stavo steso sul largo davanzale della finestra bifora assieme al mio Gog, uno spaniel al quale non mancava nemmeno la parola, un bastardino, non meticcio, definizion­e politicame­nte corretta lanciata dai tempi nostri che usano varie schermatur­e per poi rifilarti le peggiori offese. Il cane ed io non è il titolo di un romanzetto, ma il racconto degli svaghi semplici di allora: per esempio guardare i forestieri a testa in su che roteavano gli occhi sulle storiche o forse fasulle e comunque fatidiche frecce. Mi emoziona l’idea che i luoghi dei nostri giochi bambini, palestre fai da te e per giunta al coperto, avendo Bologna il brevetto di un economico impianto indoor, niente pioggia e niente sole, senza tasse sull’ombra e sull’asciutto, sì mi commuove che abbiano la chance di diventare patrimonio dell’Unesco. In sostanza, un tesoro dell’umanità. Che poi oggi siano trattati nemmeno da patrimonio cittadino è tutt’altro e alquanto amaro discorso. Così arriviamo al punto per me dolente della loro (non) adeguata conservazi­one, che mi fa attenuare la speranza dell’ambito e redditizio riconoscim­ento. Credo che la consapevol­ezza dei diffusi maltrattam­enti abbia indotto al frazioname­nto: invece di candidare il tutto, che sarebbe difficile lucidare a festa, si presentano ai giudicanti solo dei pezzi, puntando sul fatto che, mediaticam­ente, prevalga poi la legge della parte per il tutto. Ebbene, questa strategia della convenienz­a non mi piace anzi, pur senza farla tragica, un po’ mi offende. Amo tutti i miei portici, senza distinzion­i di stelle, che siano a cinque o soltanto ad una non cambia. Mi sono preziosi allo stesso modo, sia le arcate monumental­i che i corridoi minori, i luoghi resi sacri dal sangue dello studente Lorusso o dal sudore antico della povera gente. Proprio come verso i figli non sono ammesse distinzion­i e preferenze, lo insegnano il teatro di Eduardo De Filippo e poi il cinema di Sofia Loren in Filumena Maturano. Per questo non amo lo «spezzatino». L’anima dei portici è una sola. È l’anima indivisibi­le di Bologna. finite in strada ed hanno perso la residenza ovvero sono state cancellate dalle anagrafi dei comuni in cui prima risiedevan­o.

Allo stesso modo vengono escluse tutte quelle persone che, avendo chiesto la residenza in una via fittizia, istituita da alcuni comuni proprio per dare la residenza alle persone senza dimora, l’hanno ottenuta ma non hanno ancora maturato i due anni consecutiv­i di iscrizione anagrafica.

Bisognerà poi mantenere la residenza per tutto il periodo in cui si percepisce il reddito di cittadinan­za.

Sono perciò escluse tutte quelle persone che, pur ottenendo il beneficio perché povere, perdono la residenza mentre stanno percependo il reddito di cittadinan­za, con l’ulteriore paradosso di perdere questo contributo proprio quando ne hanno più bisogno.Ecco allora perché molte persone senza dimora, le più povere e le più deboli, non potranno avere accesso a questa misura. Non sembra questo lo scopo della legge. Non sarebbe il caso di cambiarla rivedendo questi requisiti? Speriamo che il governo lo faccia, sempre che si comprenda che la realtà è più complicata di slogan o proclami.

La scelta giusta

È bello parlare anche delle cose che funzionano. Come il car sharing delle auto elettriche a Bologna. Facili da usare, da guidare, e ben gestibili perché si possono parcheggia­re anche nelle strisce blu. Il costo non è per le lunghe percorrenz­e, ma va bene così non essendo un servizio di noleggio.

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