Corriere di Verona

DECRETO LORENZIN IL VENETO RICORRERÀ AL DATABASE DELLE USL Vaccini, code ai distretti I no-vax sperano in proroghe

Ma per chi è in regola non servono documenti

- Davide Orsato

Code nei distretti per rispettare il termine del 10 marzo, imposto da decreto Lorenzin sui vaccini. Peccato che per il Veneto, una delle poche regioni ad aver attivato l’anagrafe vaccinale digitale, non serva più: si arrangeran­no le Usl a comunicare quanto risulta nel loro database alle scuole. Intanto l’ulteriore proroga (che non prevede alcuna sanzione fino al 30 aprile e che darà ai genitori ampio preavviso) dà speranza ai «free-vax»: «I nostri figli finiranno l’anno scolastico».

I genitori, anche VERONA quelli che hanno i bambini alla scuola materna o all’asilo nido, non devono presentare nemmeno più un documento che attesti lo stato di vaccinazio­ne. Un «privilegio» che spetta solo a quattro regioni: Emilia - Romagna, Lazio, Piemonte e, per l’appunto, il Veneto. Le uniche regioni che hanno già attivato un’anagrafe digitale sanitaria, e che possono, di conseguenz­a attingere a un database su computer.

La notizia risale a inizio settimana, dopo che è stata resa pubblica la circolare del 27 febbraio, con cui il Ministero, sentito il Garante della Privacy aveva dato il via libera al travaso di dati dagli archivi dell’Usl alle singole scuole. Ma dev’essere passata in sordina. Molti genitori, infatti, si sono recati negli ultimi giorni nei distretti cittadini delle Usl, convinti di essere «sul filo di lana». È accaduto, venerdì mattina al distretto di Borgo Venezia, con una fila di persone arrivate di corsa per sfruttare l’ultimo giorno utile. A tutti, i medici hanno dato quanto richiesto, ma in realtà si tratta di un’operazione superflua. Con le nuove direttive, infatti, le scuole e le aziende sanitarie si potranno «arrangiare».

Come funziona? Il 10 marzo la scadenza c’è stata, ma solo per le Usl. In provincia di Verona, la Scaligera ha provveduto a consegnare, entro venerdì, gli elenchi dei bambini che frequentan­o le scuole materne e i nidi (dunque quelli da zero a sei anni, ovvero che rischiano l’allontanam­ento dalla frequenza scolastica) non ancora in regola. Le scuole avranno tempo fino al 20 (che cade di martedì) per avvisare i genitori, sollecitan­doli ancora una volta.

Le famiglie inadempien­ti avranno quindi, a loro volta, una proroga fino al 30 aprile, data a partire dalla quale scatterann­o le sanzioni: multa per i genitori delle elementari, sospension­e per i bambini che frequentan­o scuole non dell’obbligo, ossia materne e nidi.

Sarà l’ultima parola, dopo la serie di modifiche (nell’applicazio­ne) che il decreto Lorenzin ha subito dalla sua genesi? I free-vax scommetton­o di no. Benché una minoranza, sono comunque calcolabil­i in migliaia, le famiglie del Veronese che si rifiutano di sottoporre i propri figli a vaccinazio­ne. La strategia, a partire da settembre è stata chiara: prendere tempo. Alcuni - è quanto si raccoglie dai dirigenti scolastici e dagli amministra­tori, ma non c’è alcuna conferma diretta - avrebbero preso appuntamen­to all’Usl per poi non presentars­i. La speranza è comunque quella di riuscire ad arrivare, magari a colpi di proroghe, a fine anno scolastico. «Sono convinta che accadrà così - dice Michela, una mamma che ha deciso di non sottoporre la propria figlia ad alcune vaccinazio­ni. Se sono andata all’Usl? Certamente, mi sono confrontat­a con i medici durante l’incontro informativ­o: ma sono rimasta delusa, mi pareva ne sapessero meno di me...»

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In attesa Genitori in coda al distretto di via del Capitel, lo scorso venerdì

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