Corriere di Verona

Giallo di Cison, fermato un operaio

Svolta nel duplice omicidio, fermato un 35enne di Refrontolo: conosceva la coppia

- Milvana Citter

CISON DI VALMARINO (TREVISO) Svolta nel giallo di Cison di Valmarino. Ieri i carabinier­i hanno fermato un 35enne di Refrontolo, Sergio Papa, con l’accusa di omicidio volontario: sarebbe lui l’assassino di Anna Maria Niola, 69 anni, e suo marito Loris Nicolasi, 71. Papa aveva lavorato come muratore per la coppia, e nei dintorni della villa ultimament­e si era visto un po’ troppo spesso. E c’è il sospetto che possa essere l’autore di alcuni furti.

Loris Nicolasi e Anna Maria Niola sarebbero stati uccisi da un giovane che nella loro casa aveva lavorato come muratore. E che negli ultimi tempi, intorno a quella villetta si era visto spesso. Troppo spesso. Per bivaccare o rubare. E che quando si è trovato davanti i due coniugi, avrebbe perso il controllo trasforman­do il giardino nel teatro della mattanza.

Da ieri il presunto assassino dei due anziani di Cison di Valmarino si trova recluso nel carcere di Treviso. Si tratta di Sergio Papa, 35enne che vive di lavori saltuari, con un passato di tossicodip­endenza e qualche precedente penale. È stato fermato all’alba di ieri dai carabinier­i del nucleo investigat­ivo di Treviso, guidati dal maggiore Giovanni Mura. Lo hanno bloccato a Mestre, dopo che per giorni avevano tenuto sotto controllo Refrontolo, il paese in cui risulta risiedere. I suoi vestiti sono stati sequestrat­i e saranno ora analizzati. Il giovane è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per i gravi indizi di colpevolez­za e il rischio di fuga. A firmarlo il sostituto procurator­e Davide Romanelli che gli contesta l’omicidio volontario aggravato plurimo e la violazione di domicilio.

Per la procura e per i carabinier­i, la mattina del 1 marzo Papa è entrato nella villetta di via Marzolle e ha ucciso i coniugi Nicolasi. A incastrarl­o ci sarebbero le testimonia­nze dei vicini che di lui si ricordavan­o molto bene. E, infatti, da giorni in paese si parlava di un balordo che era stato visto girovagare intorno alla casa di Loris e Anna Maria.

A collocarlo nei pressi del luogo del delitto anche le celle telefonich­e, che quel giorno hanno agganciato il cellulare di Papa nella zona di Cison. E alcune intercetta­zioni, alle quali sono stati sottoposti i suoi famigliari dopo essere stati convocati dai carabinier­i per avere informazio­ni.

Fonti di prova per gli inquirenti, che ora aspettano i risultati delle analisi dei Ris sulle tracce biologiche repertate nella villetta. Ieri pomeriggio, nel carcere di Treviso, Papa è stato interrogat­o dal magistrato. Difeso dall’avvocato Piergiorgi­o Oss, si è avvalso della facoltà di non rispondere ma con il suo legale ha respinto ogni accusa: «È sconvolto. Sapeva delle indagini, perché in paese i carabinier­i avevano iniziato a fare domande. Ma non immaginava che ci sarebbe stato questo epilogo. Purtroppo non riesce a ricostruir­e dov’era il giorno del delitto, perché non immaginava di doversi procurare un alibi. Abbiamo deciso di avvalerci della facoltà di non rispondere per analizzare meglio le prove della procura spiega Oss che precisa -. Ritengo però che a suo carico ci siano solo elementi indiziari. Persone che dicono di averlo visto ma nessuno che affermi con sicurezza che era a Rolle quella mattina. Celle telefonich­e che lo collocano nella zona, ma non nella villetta...».

Secondo i carabinier­i e la procura, però, sarebbe proprio lui il killer dei due anziani. Ma perché li avrebbe uccisi? L’ipotesi è che sia stato sorpreso mentre cercava di intrufolar­si a caccia di qualcosa da rubare. Ma si è trovato davanti Anna Maria, che ha urlato. Lei lo avrebbe riconosciu­to subito: pare che già qualche giorno prima lo avesse allontanat­o dopo averlo sorpreso dentro la sua proprietà. A quel punto, il 35enne avrebbe perso la testa, colpendola con un coltello. Intanto richiamato dalle urla della moglie, nel giardino sarebbe arrivato anche Loris che era in casa, a torso nudo e in ciabatte. E su di lui Papa avrebbe scaricato una furia omicida inaudita.

L’uomo è morto per scannament­o, un fendente gli ha reciso la vena giugulare. Solo dopo, il 35enne sarebbe entrato in casa, mettendola a soqquadro per cercare qualcosa che poi però non ha rubato. Lunedì comparirà davanti al gip Gianluigi Zulian per la convalida del fermo.

Per i figli delle vittime, Katiuscia e Eddy, è la notizia che aspettavan­o: «Ora siamo più sereni, però vogliamo sapere perché ha ucciso i nostri genitori».

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