Corriere di Verona

Prosecco e Valpolicel­la la corsa dei migliori

Allegrini e il racconto di Manfredi, Pasqua e le immagini social, la prima volta dei frati di Venezia e dei vitigni bellunesi. I vini di Benetton

- A. Pad.

I trent’anni di Amarone di Masi e la prima volta al Vinitaly per i frati di Venezia e per i vini bellunesi. I rossi veronesi sono i grandi protagonis­ti del Salone del vino a cominciare dall’associazio­ne delle Famiglie storiche. Masi festeggia i 30 anni di Amarone al Vinitaly con una degustazio­ne orizzontal­e e verticale che mette in luce uno dei vini simboli del Made in Italy nel mondo. Domani ci sarà la possibilit­à di assaggiare otto Amarone della Valpolicel­la Serego Alighieri e Cantina Privata Boscaini di annate che vanno dal 1988 al 2007. In occasione del Vinitaly, viene ripubblica­to per Mondadori Electa il libro Mister Amarone. Un uomo e un vino dal Veneto al mondo di Kate Singleton. Allegrini sceglie l’omaggio al libro come tema del proprio Vinitaly. Lo scrittore e divulgator­e Valerio Massimo Manfredi presenta oggi Amoris Potio, racconto ambientato a Villa della Torre», la tenuta di famiglia Fumane di Valpolicel­la, nel XVI secolo. «Il tempo che si destina alla lettura di un libro ricorda il tempo di invecchiam­ento di un vino», ricorda Marilisa Allegrini. Tenuta Sant’Antonio arriva al Salone con i vini classici (l’Amarone Campo dei Gigli e il Valpolicel­la Superiore Ripasso Monti Gerbi), i vini senza solfiti della famiglia Télos (il Bianco, il Rosso e l’Amarone) e i vini giovani del marchio Scaia come il Rosato e il rosso Torre Melotti, novità per il Vinitaly 2018. La cantina Tedeschi festeggia nel 2018 i cent’anni di acquisizio­ne del vigneto Monte Olmi, un gioiello di 2,5 ettari nel cuore della Valpolicel­la classica. È da questo terreno che nasce l’Amarone Capitel Monte Olmi. Al Salone la presidente Sabrina Tedeschi illustrerà l’etichetta dell’Amarone 2015 Docg che evidenzia un rafforzato legame col territorio.

Fa l’esordio quest’anno al Vinitaly il vino dei frati Carmelitan­i Scalzi di Venezia, ottenuto con le uve delle viti recuperate nella città lagunare e raccolte nel vigneto della biodiversi­tà nel brolo «nascosto» accanto alla stazione di Santa Lucia. Il priore del convento proporrà due vini, uno bianco e uno rosso, ricavati da Raboso, Malvasia, varietà armene, Marzemina, Verduzzo e Lison. Prima volta anche per i vini bellunesi con cinque aziende, una del Consorzio di tutela Coste del Feltrino (nato nel 2015), che producono vini con uve autoctone (Bianchetta, Pavana e Gata) e una che presenta vini ottenuti da ibridi resistenti come il Solaris. «Siamo pronti a chiedere una Doc», spiega il presidente Enzo Guarnieri.

Celestino con Marta Gaspari portano i vini di Zýme nel padiglione 8 della Fivi (Federazion­e Italiana Vignaioli Indipenden­ti). In degustazio­ne l’etichetta più rappresent­ativa, l’Harlequin 2003, portata ieri a OperaWine, che ha avuto 95 punti da «Wine Spectator» nel 2009. La Cantina Valpolicel­la Negrar, accanto ai grandi classici, presenta in degustazio­ne la collezione Pruviniano: Amarone, Ripasso e Valpolicel­la Superiore prodotti nella vallata di Marano in località Prognol. Rimanendo in terra veronese, Pasqua vigneti e cantine punta sui Millennial e sulla cosiddetta «Generazion­e X» (i nati fra il 1960 e il 1980), che rappresent­ano quasi il 60 per cento dei clienti. Spiega l’ad Riccardo Pasqua: «Puntiamo molto sui social network, in particolar­e su Instagram, dove abbiamo oltre 40 mila follower provenient­i soprattutt­o da Usa, Italia e Regno Unito». La Collina dei Ciliegi al Vinitaly illustra un innovativo progetto di vigneto Cru in Valpantena. In degustazio­ne anche l’Amarone 2014 e il Ripasso 2013 oltre a un metodo classico e a un metodo Charmat.

Spostandoc­i in provincia di Vicenza, la cantina Dal Maso propone i vini che provengono da vitigni autoctoni dei Colli Berici, dei Monti Lessini o dal Gambellara Doc. Fra i rossi, ci sono quelli a base di Tai Rosso come il Montemitor­io 2016 o la riserva Colpizzard­a 2015. In degustazio­ne anche il Cabernet Casara Roveri 2015, premiato come miglior vino rosso del Veneto 2018 dall’Associazio­ne Italiana Sommelier. Il Consorzio Vini Colli Berici prepara tre sfide che avverranno con tre singoli «tasting», Carmenère contro Cabernet Franc, Tai Rosso contro Fior d’Arancio e «Fuori di Cabernet».

Al padiglione 7 bianchi e rossi saranno assieme allo stand Cuzziol GrandiVini, dove è possibile assaggiare i vini di Luciano Benetton della cantina Villa Minelli. Conferme anche per Genagricol­a, l’azienda agricola delle Assicurazi­oni Generali, con molti ettari di vigneti in Veneto e Friuli Venezia Giulia (stand al padiglione 4) . Per Padova segnaliamo, oltre alle cantine dei Colli Euganei, quelle dei comuni del Conselvano, terra di produzione del Friularo Docg.

Allegrini

La lettura di un libro ricorda l’invecchia mento di un buon vino

Pasqua

Con Instagram facciamo conoscere i nostri vini al mondo

Guarnieri

È tempo che anche la provincia di Belluno abbia una sua Doc

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