Corriere di Verona

Addio a Giaiotti per quarant’anni basso in Arena

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Racconta il basso Francesco Ellero d’Artegna, suo amico: «Giaiotti è stato uno degli ultimi grandi bassi dell’Arena, una voce che “arrivava”; voce d’altri tempi, perfetta per l’Arena come tempio, anche temuto, della grande vocalità. Fuori dai riflettori, inoltre, aveva un’umanità strepitosa». È così che D’Artegna ricorda Bonaldo Giaiotti, friulano di Ziracco (Udine), morto la notte scorsa all’età di 85 anni facendo scattare il lutto nel mondo della lirica. «Uno dei più grandi bassi di sempre», Giaiotti, nelle parole di Cecilia Gasdia, sovrintend­ente della Fondazione Arena: «Un artista internazio­nale che ha calcato assiduamen­te il palcosceni­co areniano interpreta­ndo i principali ruoli del repertorio lirico per quasi 40 anni, dal 1963 al 2001». Tracce lasciate un po’ dappertutt­o (vedi i 26 anni al Metropolit­an di New York), Giaiotti è stato dunque un interprete di casa, per l’Arena: «Memorabile il suo debutto nel ‘63 in Ramfis nella storica Aida diretta da Tullio Serafin - si leggeva ieri nella nota di Gasdia - Qui Giaiotti si è esibito in oltre 50 opere, tra cui 22 edizioni di Aida, oltre a Nabucco, La Forza del Destino e Turandot ed è stato solista in numerosi concerti tra cui il memorabile Stabat Mater rossiniano e più volte nella Messa da Requiem di Verdi».

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