«Farò di tutto per dare i Giochi al Veneto»
E D’Incà spezza il fronte M5S: il governo metta i soldi
La Lega chiama, Salvini risponde. Ieri il segretario del Carroccio Gianantonio Da Re (ma appelli analoghi erano partiti anche dai parlamentari e dai consiglieri regionali) aveva chiesto al vicepremier il suo «Capitano» - di convincere il Governo a tirar fuori i quattrini che servono a Milano-Cortina 2026, anche se Torino si è chiamata fuori. E Salvini, che già nei giorni scorsi era apparso assai più disponibile del sottosegretario allo Sport Giancarlo Giorgetti, promette al Corriere del Veneto che si farà parte diligente a Roma: «Le Olimpiadi sono l’occasione per promuovere le Dolomiti e le Alpi in tutto il mondo, farò ogni sforzo per non far perdere al Veneto e all’Italia tutta questa bella occasione sportiva, culturale, turistica ed economica». Da Re lo aveva invitato anche a «mandare a quel paese i grillini» ma forse questo è chiedere troppo, specie nei giorni in cui si sta mettendo a punto la manovra.
Anche perché nei Cinque Stelle non tutti la vedono allo stesso modo. Se il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, ieri, forse anche perché ospite della città in questione, ha detto di «rimanere personalmente dell’idea che quella di Torino sia la scelta migliore da tutti i punti di vista», aggiungendo che «l’idea di tre città è caotica e difficilmente percorribile perché è la più costosa», il deputato bellunese Federico D’Incà insiste invece affinché siano premiate Cortina e il Veneto: «Come tutti continuo ad augurarmi che Torino possa essere coinvolta, che si torni al “tridente”. Ma se così non sarà, ritengo debbano essere comunque premiate le città che restano in gioco e decidono di sfruttare questa straordinaria opportunità». E come la si mette col vicepremier Luigi Di Maio (e l’intera catena di comando del Movimento) secondo cui lo Stato non deve sborsare un solo euro? D’Incà smorza: «Siamo in una fase concitata, dove gli animi sono un po’ esasperati. Aspettiamo qualche settimana, diamo modo a tutti di rasserenarsi e poi sediamoci attorno ad un tavolo». Anche Toninelli rinvia ad un prossimo Consiglio dei ministri l’occasione per fare sintesi: «So che sulle Olimpiadi la Lega fa ragionamenti diversi dai nostri. Troveremo come in tutte le questioni una soluzione condivisa». Si deve fare in fretta però, avverte il sindaco di Milano Giuseppe Sala: «A Losanna siamo passati immuni, anche se ci hanno fatto delle osservazioni sul fatto che l’appoggio del governo serve, assolutamente. L’esame vero sarà a Buenos Aires, quindi meglio fare chiarezza». Nell’attesa la capogruppo della Lista Zaia in consiglio regionale, Silvia Rizzotto, stiletta Toninelli: «Questo è un treno che non si può perdere. Non uno spreco, mauna potenzialità di sviluppo che, ovviamente, sarà tanto maggiore quando sarà realizzata definitivamente l’alta velocità, dal Piemonte al Veneto». E si sa che ne pensi Toninelli della Tav.
Mentre le forze di governo tentano di trovare un faticoso equilibrio, il Coni continua a lavorare con i comitati organizzatori, per farsi trovare pronto alla data del 3-4 ottobre, quando l’Esecutivo del Cio chiederà tutte le carte alle aspiranti candidate. «Sapete qual è la mia opinione? - ha detto ieri il presidente del Coni Giovanni Malagò -. Sono per fare il possibile per cercare di recuperare la candidatura a tre, che sarebbe un bene per tutti». Malagò ha poi ricordato la posizione favorevole del governatore piemontese Sergio Chiamparino e degli altri sindaci delle Comunità alpine piemontesi e concesso: «Vediamo se questo implica anche un discorso con la sindaca di Torino, Chiara Appendino». Nel caso in cui anche quest’ultimo tentativo vada a vuoto, però, «si dovrà necessariamente procedere, con le due candidature. Non vedo per quale motivo ci debba essere una penalizzazione di tutti per la scelta di qualcuno».