Corriere Fiorentino

L’esame di maturità, prima della Juve

La squadra di Donadoni ha fatto soffrire Sarri: per Chiesa & C. è la prova del 9

- di Alessandro Bocci

Stefano Pioli incontra il passato cercando di scorgere cosa riserva il futuro alla sua Fiorentina. Ogni partita è sempre un esame, ma quello di oggi al Franchi lo è di più. La settimana dopo la trionfale manita al Verona è stata un susseguirs­i di elogi: parole dolci, abbracci, sorrisi e un ritrovato entusiasmo.

Pioli, che sta pilotando la nuova creatura con piglio e saggezza e lo ha fatto senza mai perdere la tramontana, anche durante la difficile estate di passione, sa che bisogna stare sul pezzo. Non basta una vittoria, netta ma contro un avversario palesement­e in crisi, a far decollare il progetto e a cancellare l’ansia di inizio stagione. I giovani vivono di emozioni e l’aria leggera e frizzantin­a che si respira a Firenze in questi giorni fa un gran bene a tutti. Basta però prenderla per il verso giusto.

È il derby dell’Appennino, per la Fiorentina è soprattutt­o un derby con se stessa. Deve dimostrare di essere in crescita e deve farlo con un avversario che non le darà tregua. Le statistich­e dicono che la Viola ha vinto le ultime cinque partite casalinghe con il Bologna, ma il passato non conta.

I rossoblù sono fastidiosi: pressano, corrono, attaccano bene la profondità con Verdi e Di Francesco e dopo aver vinto a Benevento per un’ora hanno stregato il Napoli. Basti pensare che Reina è stato il migliore in campo e che ha salvato due volte il risultato: prima sullo 0-0 e poi sull’1-0. Solo nel finale gli azzurri hanno dilagato (0-3 il risultato finale).

Il Bologna giocherà a Firenze con la convinzion­e di poter fare una bella partita e di consentire a Donadoni di rompere il tabù del Franchi: sinora l’ex ala del Milan ha varcato il cancello verde sei volte con quattro squadre diverse e soltanto in un’occasione, alla guida del Parma nel 2015, ha strappato un pari. Ai suoi ragazzi lo ha detto: è il momento giusto per invertire la tendenza.

Ora deve valutare come sistemarsi in campo: se a specchio, cioè con il 4-2-3-1 con cui ha fatto ammattire Sarri o se con un centrocamp­ista in più e un attaccante in meno, 4-3-3 con Taider al posto di Destro, che alla Fiorentina ha sempre fatto male ma che è stato protagonis­ta di un inizio in sordina e domenica ha ricevuto persino i fischi dei suoi tifosi.

Per la Fiorentina è un esame vero a quattro giorni dal viaggio infernale allo Stadium, il fortino della Juventus. Serve continuità di risultati e soprattutt­o di gioco. Verona non è il manifesto della stagione. Troppo facile per essere vera. I viola, che hanno anima e garra, non possono scordarlo. Ci sarà da lottare sino all’ultimo secondo, da restare in gioco negli inevitabil­i momenti di difficoltà, da mantenere alta l’attenzione specialmen­te in difesa ricordando cosa è successo nelle prime due giornate con Inter e Sampdoria.

Ecco dunque il vero esame. Pioli sarà un sostegno e una guida in panchina. E lo stadio aiuterà le promesse viola. Al bivio, prendiamo la strada giusta.

 ??  ?? Roberto Donadoni, 54 anni
Roberto Donadoni, 54 anni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy