L’esame di maturità, prima della Juve
La squadra di Donadoni ha fatto soffrire Sarri: per Chiesa & C. è la prova del 9
Stefano Pioli incontra il passato cercando di scorgere cosa riserva il futuro alla sua Fiorentina. Ogni partita è sempre un esame, ma quello di oggi al Franchi lo è di più. La settimana dopo la trionfale manita al Verona è stata un susseguirsi di elogi: parole dolci, abbracci, sorrisi e un ritrovato entusiasmo.
Pioli, che sta pilotando la nuova creatura con piglio e saggezza e lo ha fatto senza mai perdere la tramontana, anche durante la difficile estate di passione, sa che bisogna stare sul pezzo. Non basta una vittoria, netta ma contro un avversario palesemente in crisi, a far decollare il progetto e a cancellare l’ansia di inizio stagione. I giovani vivono di emozioni e l’aria leggera e frizzantina che si respira a Firenze in questi giorni fa un gran bene a tutti. Basta però prenderla per il verso giusto.
È il derby dell’Appennino, per la Fiorentina è soprattutto un derby con se stessa. Deve dimostrare di essere in crescita e deve farlo con un avversario che non le darà tregua. Le statistiche dicono che la Viola ha vinto le ultime cinque partite casalinghe con il Bologna, ma il passato non conta.
I rossoblù sono fastidiosi: pressano, corrono, attaccano bene la profondità con Verdi e Di Francesco e dopo aver vinto a Benevento per un’ora hanno stregato il Napoli. Basti pensare che Reina è stato il migliore in campo e che ha salvato due volte il risultato: prima sullo 0-0 e poi sull’1-0. Solo nel finale gli azzurri hanno dilagato (0-3 il risultato finale).
Il Bologna giocherà a Firenze con la convinzione di poter fare una bella partita e di consentire a Donadoni di rompere il tabù del Franchi: sinora l’ex ala del Milan ha varcato il cancello verde sei volte con quattro squadre diverse e soltanto in un’occasione, alla guida del Parma nel 2015, ha strappato un pari. Ai suoi ragazzi lo ha detto: è il momento giusto per invertire la tendenza.
Ora deve valutare come sistemarsi in campo: se a specchio, cioè con il 4-2-3-1 con cui ha fatto ammattire Sarri o se con un centrocampista in più e un attaccante in meno, 4-3-3 con Taider al posto di Destro, che alla Fiorentina ha sempre fatto male ma che è stato protagonista di un inizio in sordina e domenica ha ricevuto persino i fischi dei suoi tifosi.
Per la Fiorentina è un esame vero a quattro giorni dal viaggio infernale allo Stadium, il fortino della Juventus. Serve continuità di risultati e soprattutto di gioco. Verona non è il manifesto della stagione. Troppo facile per essere vera. I viola, che hanno anima e garra, non possono scordarlo. Ci sarà da lottare sino all’ultimo secondo, da restare in gioco negli inevitabili momenti di difficoltà, da mantenere alta l’attenzione specialmente in difesa ricordando cosa è successo nelle prime due giornate con Inter e Sampdoria.
Ecco dunque il vero esame. Pioli sarà un sostegno e una guida in panchina. E lo stadio aiuterà le promesse viola. Al bivio, prendiamo la strada giusta.