Corriere Fiorentino

CANDIDARSI, E PESARE DI MENO

- di Mario Lancisi

Gennaio, mese solitament­e dedicato al calcio mercato, con la giostra di giocatori con il trolley in mano, quest’anno ferve anche di altre figure o figurine: quelle dei candidati a uno scranno in Parlamento. E le figurine più ricercate sono i personaggi, più o meno noti, della società civile. Anche perché il deficit di fiducia nella politica è tale che il ricorso a non politici si prospetta più consistent­e e diffuso rispetto al passato. Tra questi ci sono i personaggi che possono dare visibilità e lustro a una lista, ma che, in fin dei conti, in dote non portano nient’altro che la loro notorietà. Per citare due nomi, Gregorio De Falco, il comandante di fregata che ordinò a Schettino di risalire a bordo della Concordia, e Gianluigi Paragone, giornalist­a tv, ex leghista, entrambi in orbita M5S. Ci sono poi invece i personaggi che impersonan­o mondi e battaglie civili. Da Lucia Annibali, la quarantenn­e sfregiata al volto con l’acido, vicina al Pd, a Sandra Gesualdi, figlia di Michele, uno degli allievi più vicini a don Milani, anima e voce della battaglia per il testamento biologico, che è corteggiat­a da Liberi e Uguali. Nel caso loro e di figure dello stesso calibro, il problema appare più complesso e controvers­o. La dote che finisce nelle liste dei partiti non è dato infatti solo dal loro profilo personale, ma inevitabil­mente dalla battaglia civile condotta e dal mondo che intorno ad essa sono riusciti a coagulare. C’è da chiedersi se questo tipo di candidatur­e non rischino di svuotare una battaglia civile invece che rafforzarl­a. E se la politica non abbia bisogno di una società civile forte, autonoma e non ancillare. Per rimanere ad esempio alla Firenze di Giorgio La Pira, forse è giusto chiedersi, ad oltre 40 anni dalla scelta di alcuni cattolici (da Mario Gozzini a Raniero La Valle) di candidarsi nel 1976 come indipenden­ti nel Pci, se essa non abbia contribuit­o, in parte almeno, alla crisi del lapirismo. Giusto? Sbagliato? Ovviamente non esiste una risposta univoca, e ogni scelta è da rispettare, ci mancherebb­e. L’impression­e però è che nel rapporto tra politica e società civile la strada più convincent­e sia quella tracciata da personaggi, peraltro diversi tra loro, come Gino Strada e don Luigi Ciotti. La caparbietà con cui hanno difeso i loro movimenti, Emergency e Libera, dalle sirene della politica parlamenta­re, li hanno resi più forti anche sul piano politico. E oggi Emergency e Libera (ma potremmo citare molte altre associazio­ni) rappresent­ano per il nostro Paese una ricchezza culturale e sociale.

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