Corriere Fiorentino

Natali: «Perché io candidato, almeno ora so per chi votare»

- Chiara Dino

Drin. A ora di pranzo Antonio Natali risponde dopo qualche squillo. È evidente che sta mangiando.

La disturbo?

«Sto mangiando un pezzo di schiacciat­a, ma sono solo, tranquilla».

Allora è libero.

«Sì, Libero e Uguale». Inizia così la chiacchier­ata con l’ex direttore degli Uffizi candidato al Parlamento per la lista capitanata da Pietro Grasso.

Perché si candida?

«Non sapevo per chi votare. Ora lo so e sto più tranquillo».

Si fida di lei...

«Scherzi a parte mi sono stancato di litigare con chi promuove una politica contraria al mio pensiero e alla mia etica. Di litigare e basta. Almeno canalizzo questa energia per promuovere quello in cui credo. Più utile».

E lo ritrova in Liberi e Uguali?

«È una lista nuova che mi dà fiducia, alla quale voglio portare il mio contributo senza ambizioni. Se chi mi stima porterà voti a questa nuova formazione politica sarò contento. Occorre una forza di sinistra ora che nel Pd non ritrovo quell’appartenen­za».

Un’appartenen­za che si sostanzia in cosa?

«Il ‘900 è stato reso grande dalle parrocchie e dalle case del popolo, luoghi di aggregazio­ni uguali e contrari per chi aveva a cuore gli ultimi».

Rimpiange la politica del ‘900?

«Io so che oggi si dice che non esistono più destra e sinistra. Io lo capisco dopo dieci parole se chi mi parla è di destra o di sinistra...».

Dove vuole candidarsi? Camera? Senato? Uninominal­e? Proporzion­ale?

«Facciano loro. Hanno la mia disponibil­ità per spendere il mio nome come credono. Lo faccio per spirito di servizio».

Con D’Alema dietro le quinte?

«D’Alema è un uomo difficile, ma è persona intelligen­te e colta. Ad avercene gente come lui nella sinistra».

C’è chi dice che la sua scelta è frutto di «livore» per essere stato epurato dagli Uffizi quando il ministero bandì il concorso per la direzione in regime di autonomia con la riforma Franceschi­ni.

«Hanno fatto bene a epurararmi. Quello che dico sul ruolo dei musei e del patrimonio culturale lo dicevo anche prima della riforma».

Eccoci al punto: cosa ne pensa?

«L’autonomia dei musei non è sbagliata. Ma in Italia a parte gli Uffizi la meriterebb­ero altri due. Per il resto dipende da come la si usa. Io credo che i musei siano luoghi deputati all’educazione, non al profitto. Non ha senso riempirli fino a farli scoppiare. Chi entra non apprende niente. E poi si è parlato di museo diffuso. Ma hanno investito sulle Gualchiere di Remole o sulla fattoria laurenzian­a di Poggio a Caiano?»

Chi le ha chiesto di candidarsi?

«I primi a contattarm­i sono stati amici della mia terra (Natali è di Piombino, ndr). A Firenze Simone Siliani insieme con Filippo Fossati».

 Serve una forza di sinistra, ora che il Pd non lo è più Non sono arrabbiato perché non sono più direttore degli Uffizi, anzi hanno fatto bene ad epurarmi

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Antonio Natali, ex direttore della Galleria degli Uffizi

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