Corriere Fiorentino

IL PASSATO CHE TORNA, LA RIFORMA CHE NON C’È

- di Paolo Ermini

Il sindaco di Firenze offre i tavoli della Città metropolit­ana per tentare di ricucire lo strappo sull’aeroporto con i colleghi della cintura, alcuni dei quali, peraltro, appartengo­no al suo stesso partito. Di fronte al muro contro muro, Dario Nardella ha provato una mossa per riattivare il dialogo. Difficilme­nte, però, l’iniziativa metterà rapidament­e fine a una guerra che va avanti da anni (da tre decenni, anzi), ma che ora è diventata un conflitto tra istituzion­i. Comuni divisi tra il fronte del sì e quello del no; un capoluogo assediato politicame­nte dai centri che lo circondano, secondo uno schema antico che si sperava archiviato per sempre; una Regione che, con il governator­e, tenta una complicata mediazione dicendo sì alla nuova pista dell’aeroporto, ma no alla costruzion­e del termovalor­izzatore, osteggiata anch’essa dai sindaci della Piana. In attesa delle prossime battaglie (o dell’improbabil­e armistizio) si può tirare una prima conclusion­e. La Città metropolit­ana può giusto far da sede di negoziato, ma una riforma istituzion­ale seria dovrebbe darle finalmente poteri veri e trasversal­i ai diversi municipi per consentire politiche armoniche di tutto un territorio, dall’urbanistic­a al commercio. Con un sindaco, ovviamente, scelto direttamen­te dagli elettori dell’intera zona. Non sarebbe una fuga in avanti, ma l’applicazio­ne di un criterio già sperimenta­to con successo in altri Paese europei. L’unico in grado di garantire lo sviluppo di aree economicam­ente forti e strategich­e, com’è per la Toscana (e non solo) la Piana fiorentina. E per gli scettici possono valere gli esempi forniti da alcune metro-città europee, dall’Olanda alla Germania. Vedere per credere.

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