L’OMBRA DELLE RONDE
Stiamo forse superando il Rubicone della sicurezza? Il limite oltre il quale i vecchi conti non tornano più? L’iniziativa intrapresa nella notte tra giovedì e venerdì da una decina di militanti di CasaPound sulla tramvia tra Scandicci e le Cascine non ha precedenti da questi parti. Loro parlano di «passeggiate», di «presidii mobili». In effetti si tratta di ronde disarmate (si spera), con l’intento dichiarato di «difendere i cittadini dagli spacciatori». Le foto non ci mostrano pose gladiatorie, ma ci sono le pettorine e poi il luogo è altamente simbolico: la tramvia non è una stradina della periferia, ma la scelta adatta a dare all’iniziativa la massima visibilità. È il primo passo verso quella giustizia fai da te che ha fatto infuriare il sindaco Fallani: «Prostituzione della legalità», ha detto. CasaPound persegue dichiaratamente un obiettivo politico in vista delle prossime elezioni comunali (e non solo): convincere una fetta sempre più larga di popolazione che è l’estrema destra l’unica possibile vera garante dell’ordine e della sicurezza. Però non è un progetto lanciato a tavolino: lo attuano in strada, incrociando le paure reali di tanti. Sta in questa combinazione l’insidiosità della sortita. Da condannare, certo, essendo nata al di fuori di ogni perimetro istituzionale. Ma sarebbe miope e controproducente una risposta a CasaPound fatta solo di anatemi. Serve invece uno sforzo intelligente e determinato per tagliare l’erba sotto i piedi dell’estrema destra. Serve il rafforzamento della rete costituita dalle forze dell’ordine e delle polizie municipali, e serve il realismo di una politica finalmente liberata dai suoi tabù. Soprattutto a sinistra. Che il nodo della sicurezza sia aggrovigliato sempre di più con quello dell’immigrazione è una verità che solo gli ipocriti possono negare. Dario Nardella ha scosso l’albero di un Pd più apatico che mai chiedendo che si facciano subito i centri per il rimpatrio dei clandestini, in modo da poter rispedire nei loro Paesi gli immigrati che delinquono. Gli ha risposto il governatore Enrico Rossi, passato a Mdp, che propone l’inversione dell’ordine: prima la regolarizzazione e poi l’espulsione di chi infrange le regole. È il riflesso di una sinistra più sensibile alle bandiere ideologiche che agli interessi dei suoi stessi elettori. Altrimenti non si spiegherebbe il successo della Lega nelle zone tradizionalmente più rosse. È lo stesso scenario su cui irrompe la cultura delle ronde. Mettere la testa sotto la sabbia per non vederle finirà con il moltiplicarle.