Scatta il sequestro del Curtatone, ma il bar resta aperto
Scatta il sequestro per la pasticceria Curtatone. La Procura distrettuale antimafia ha disposto la misura in via d’urgenza per il locale, coinvolto in una inchiesta per bancarotta fraudolenta. Cappuccini e aperitivi continuano a essere serviti nel bar, che in attesa della convalida, è affidato in custodia al titolare Luigi Morelli.
Il caffè Curtatone era già finito nel mirino degli inquirenti. Il 27 marzo scorso erano state arrestate quattro persone, tra le quali Giovanni Sutera, ritenuto mafioso di Cosa Nostra e condannato all’ergastolo per l’omicidio di una ragazzina di 17 anni Graziella Campagna e del gioielliere fiorentino Vittorio Grassi e il fratello Renato con l’accusa di aver organizzato un’associazione finalizzata alla coltivazione, in Spagna, di marijuana da importare e commercializzare poi in Italia. Anche dopo aver ottenuto la libertà condizionale nel 2015, Giovanni Sutera, secondo la pm Giuseppina Mione, ha continuato a curare i suoi affari, prima acquistando acquistando il bar Curtatone e poi intestandolo a «teste di legno» per schermarne la reale proprietà. Un metodo, ricordano gli inquirenti, per aggirare la legge ed evitare la confisca del denaro guadagnato illecitamente.
Le indagini di carabinieri e guardia di finanza hanno ricostruito che amici e conoscenti di Giovanni Sutera si sarebbero prestati a fare da amministratori di facciata per lo storico locale di Borgo Ognissanti attraverso quattro società la Mela, la Star, la Siga e Caffè Italia, tre delle quali fallite per il mancato pagamento di creditori e fornitori, di imposte e dei contributi ai dipendenti. Per questo, nei mesi scorsi, la pm Mione aveva sollecitato il sequestro del bar Curtatone. Ma la misura era stata negata dal gip. La Procura non si è arresa e ha disposto il sequestro preventivo per evitare che vengano dispersi i beni. Nei prossimi giorni il tribunale di Firenze deciderà sul fallimento della Caffè Italia, la società che gestisce il Curtatone.