Corriere Fiorentino

Il vortice della vita, in San Lorenzo

Le sculture di Ugo Riva e le poesie di Davide Rondoni dialogano nel Salone di Donatello

- Loredana Ficicchia

Le sculture di Ugo Riva «parlano». Gli presta la voce il poeta Davide Rondoni. Non siamo in un luogo qualsiasi, ma nella cripta della Basilica di San Lorenzo dove fino al 7 gennaio Etra Studio di Francesca Sacchi Tommasi, mette in mostra Natus. La scultura di Ugo Riva, la poesia di Davide Rondoni, ovvero un racconto in forme e versi, di parole scolpite nella poesia e di corpi di scultura come spiega in occasione della presentazi­one la critica d’arte Beatrice Buscaroli accostando l’opera di Riva a quella di Costantin Brancusi che «non scolpiva uccelli ma il volo». In un luogo sacro come il Salone di Donatello i versi appositame­nte scritti da Davide Rondoni danno dunque voce alle opere di Ugo Riva per una mostra che appare subito come una scelta retrospett­iva dell’artista, cui si aggiungono pezzi inediti site specific: complessiv­amente 22 sculture in terracotta policroma, bronzi policromi e due grandi disegni che sintetizza­no un trentennio di ricerca interiore di Riva sul rapporto madre-figlio.

L’esposizion­e si apre con due Annunciazi­oni affiancate dalla rivisitazi­one moderna della stella della Natività nella grotta di Betlemme, per proseguire con L’Arca della Speranza, Madre di Dio, Le mie Radici

opera del 1990 in cotto dell’Impruneta. E poi ancora Vitae, opera complessa del 2018, un impasto di materiali diversi come una «siviera» in metallo per fusione da cui sbucano tralci di vite. Chiude la mostra l’installazi­one Reliquia-Nelle mani di Dio, con una foglia d’oro che unisce due corpi scultorei, in segno di speranza. «Natus», participio passato di nascor, nascere, ma anche origine del termine «natura», è una mostra che racconta il ciclo misterio- so della vita, un vortice di creazione e distruzion­e. Un tema su cui hanno riflettuto filosofi e scienziati senza venire a capo del mistero. L’argomento è messo a fuoco con immagini e testi critici in un libro che accompagna la mostra, edito da «CartaCanta», con le foto di Andrea Sbardellat­i. Insieme al testo in versi di Davide Rondoni, si arrampican­o sulla questione che da sempre solleva interrogat­ivi, Massoud Besharat, Giordano Bruno Guerri, Beatrice Buscaroli, Francesco D’Arelli, Alba Donati, Sergio Givone, Lucetta Scaraffia, Vittorio Sgarbi. C’è anche un’intervista a Riva di Paola Veneto che incontra l’artista nel suo laboratori­o «sporco di terra e sogni» a Bergamo. Tra le ultime opere ricordiamo Anima Mundi,

(2011) raffiguran­te un angelo acefalo collocata a Bergamo a Porta Nuova. Nello stesso anno partecipa alla Biennale di Venezia con Sculture nel parco che a Firenze abbiamo visto nel 2012 al Four Seasons. Nel 2013 è stato nominato membro della Accademia dei Virtuosi al Pantheon, nel 2017 il Comune di Arezzo gli ha allestito una retrospett­iva nella Fortezza Medicea.

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Sopra «Madre, Madre, Madre», a destra «Luogo dello Spirito» e l’artista Ugo Riva ritratto davanti a una sua scultura
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