Corriere Fiorentino

Stop ad Airbnb, un aiuto da Parigi

Sì della Corte europea al ricorso francese: i Comuni possono mettere limiti. Firenze si prepara

- Marzio Fatucchi

Potrebbe arrivare da Parigi un aiuto decisivo a Firenze. Il ricorso alla Corte di giustizia europea da parte del Comune della capitale francese, ha avuto successo. E la Corte ha detto che è legittima una norma nazionale affinché i Comuni possano decidere quali, come e quanti possono essere gli appartamen­ti destinati agli affitti brevi turistici nelle diverse zone della città. E Cecilia Del Re, assessore all’urbanistic­a e al turismo di Palazzo Vecchio, commenta: «Sia dal punto di vista urbanistic­o sia delle autorizzaz­ioni è necessaria una norma nazionale. Il ministro ai Beni culturali Dario Franceschi­ni l’aveva predispost­a, credo che a breve sarà approvata». «E c’è bisogno di una strategia europea», aggiunge il sindaco Dario Nardella.

l’attività di affitti turistici a breve tempo e, nel caso di nuovi appartamen­ti da autorizzar­e, li obbligava ad una «compensazi­one»: se vuoi affittare su Airbnb, dimostra che hai un altro alloggio, con un’altra destinazio­ne, messo in affitto ad uso abitativo e con contratti lunghi. Due compagnie locali di affitti turistici avevano fatto ricorso contro multe e divieti del Comune di Parigi, e l’Euromanten­imento pa ha dato loro torto. Perché, hanno sentenziat­o i giudici, la normativa rispetta «motivi imperativi d’interesse generale». E tra questi, oltre a quelli di sanità e ordine pubblico ci sono anche alcuni che toccano la battaglia per la tutela della residenza in centro — che in realtà ormai non riguarda più soltanto il centro, ma anche le zone residenzia­li fuori dalle mura — di Firenze, come «il dell’equilibrio finanziari­o del sistema di sicurezza sociale, la tutela dei consumator­i» ma anche «la tutela dell’ambiente, incluso l’ambiente urbano» fino alla «conservazi­one del patrimonio nazionale storico ed artistico, gli obiettivi di politica sociale e di politica culturale». Insomma, tutto ciò che ruota intorno all’identità di una città in cui il centro deve mantenere i propri residenti.

Bene Parigi, bene Franceschi­ni, ma «c’è bisogno di una strategia europea», ha ribadito anche ieri il sindaco di Firenze Dario Nardella. È quello su cui sta lavorando l’assessore Del Re a livello comunitari­o: nell’ultimo incontro con la vicecommis­saria europea Margrethe Vestager, c’è stata un’apertura «sul fronte di una normativa europea che consenta di poter regolament­are anche le piattaform­e web che offrono affitti turistici».

È la battaglia partita grazie al network degli enti locali «Eurocities», che vede uniti nello stesso schieramen­to una nutrita pattuglia di Comuni tra cui, oltre a Firenze e Parigi, Barcellona, Cracovia e molte altre. Pare che l’azione stia funzionand­o.

Ma, anche se l’impatto della pandemia è stato importante, alla ripresa del turismo i livelli di rendita potrebbero essere quelli di prima: possono normative nazionali o europee arginare un mercato così globale e di grande impatto? «Allo stato attuale no — commenta Galli — perché non esistono freni alla sottrazion­e dello spazio abitativo, né al trasferime­nto passivo di una cospicua parte dei costi d’impresa sul resto degli abitanti. L’introduzio­ne di regole che ne limitino l’espansione servirebbe non solo a porre fine a tutto questo, ma darebbe anche un chiaro segnale che da un lato avvantagge­rebbe le attività esistenti, dall’altro sul medio lungo periodo si tradurrebb­e in un aumento dell’offerta di affitti residenzia­li calmierand­one i canoni».

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(foto Alessandra Caputi) Manifestaz­ione contro Airbnb a Napoli, nel settembre dello scorso anno

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