I ribelli azzurri contro Mallegni: dimissioni? No, si va avanti
Resa dei conti in Forza Italia. Il commissario regionale Massimo Mallegni parla di «dimissioni» dei vertici fiorentini del partito, che però si ribellano: «Noi siamo legittimati da un congresso e abbiamo confermato i voti di un anno fa».
«Serve un nuovo corso per ripartire a Firenze». «No, noi restiamo, siamo legittimati da un regolare congresso». Guerra e pace, poi di nuovo guerra. Le elezioni regionali non hanno placato la spaccatura interna a Forza Italia. All’attacco del commissario Massimo Mallegni, che mercoledì ha proposto un nuovo corso registrando le dimissioni dei vertici fiorentini degli azzurri prima del voto, ha replicato con decisione Jacopo Cellai, coordinatore cittadino forzista e primo dei non eletti in Consiglio regionale. La sua replica parte dai numeri: «Il partito lo scorso anno registrava alle Comunali il 4,25% a Firenze, oggi si attesta al 4,2%. E allora mi chiedo: è davvero a Firenze che serve un nuovo corso?». Il coordinatore cittadino dei berlusconiani si era autosospeso il giorno dopo che i vertici nazionali di Fi avevano indicato Marco Stella come capolista nel collegio Firenze 1 delle Regionali, contravvenendo la richiesta della base del partito di mettere in quella casella proprio Cellai. Poi a seguire si era dimesso il coordinatore regionale Stefano Mugnai e autosospesi i vertici fiorentini di Fi. Stella è poi risultato l’unico eletto degli azzurri e allora il commissario toscano Mallegni ha chiesto chiarezza ai fiorentini. Ma Cellai alza un muro: «Sono dimissioni respinte di fatto da me, subito. Per quanto mi riguarda mi sono sospeso come da prassi in quanto candidato per la Regione — ha spiegato ancora — come avevo annunciato da tempo, oltre che per dare un segnale chiaro ai nostri iscritti e simpatizzanti in ordine alla gestione dell’intera vicenda». Poi la stoccata finale: «Noi ci siamo. Questo coordinamento — precisa Cellai — ha alle spalle la legittimazione di un congresso svolto sulla base di un regolare tesseramento e il partito è stato più che presente e attivo in città».