Corriere Fiorentino

La rete 5G

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«Con la mia giunta la sperimenta­zione 5G andrà avanti, questo è sicuro. Ma a me interessa anche un’altra cosa: che tutta la Toscana, anche i borghi più lontani dai grandi centri urbani, abbia l’accesso a Internet». Giani sceglie di scantonare rispetto alle polemiche sulla nuova tecnologia che consente connession­i e download più veloci e la possibilit­à di collegare contempora­neamente alla Rete più dispositiv­i. Da una parte c’è l’orgoglio toscano per Prato, una delle cinque città italiane scelte dal governo per la sperimenta­zione del 5G, che peraltro è uno dei capitoli del Recovery fund. Dall’altra, le paure di chi teme le conseguenz­e nuovi ripetitori sulla salute e la riottosità di alcuni sindaci, anche del partito di Giani, il Pd, a farli installare sul territorio (anche se non possono più vietarli). Giani è favorevole allo sviluppo della nuova rete, ma non vuole che nell’attesa si perda di vista la riduzione del digital divide tra le aree di montagna o comunque più periferich­e e le città. Un obbiettivo a cui ha lavorato pancia a terra per anni l’assessore uscente Vittorio Bugli, che è riuscito a portare la copertura della banda larga al 99,9% mentre quella della banda ultralarga è più indietro. «Il diritto alla connession­e è un diritto costituzio­nale. Se necessario, faremo una legge che stanzi risorse ad hoc per portare Internet nelle case di tutti i toscani», rilancia Giani.

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