Corriere Fiorentino

«Nessuna certezza E noi costretti prendere ferie»

- Antonio Passanese

La difficile vita di un genitore ai tempi del Covid. Chiara Pelagotti, mamma di una bimba di 8 anni e di un bimbo di 10, con la riapertura delle scuole ha dovuto riorganizz­are completame­nte lavoro e famiglia. «Io e mio marito viviamo alla giornata — dice — e nella nostra situazione ci sono decine di genitori». I figli di Chiara frequentan­o la quarta e la quinta elementare dell’Istituto comprensiv­o Marconi-Rodari-Rosai, in via Meyer, a Rifredi, dove, nelle scorse settimane, alcune mamme hanno protestato.

Perché siete arrabbiati?

«Perché siamo costretti a organizzar­ci giorno per giorno, senza alcuna certezza».

Cioè?

«Andiamo avanti a circolari, e senza alcuna certezza sull’orario delle lezioni. I miei figli stanno cambiando una maestra al giorno, e poi c’è da sperare che possano restare in classe fino all’ora di pranzo, altrimenti ti tocca prendere un permesso e correre a scuola».

Gli insegnanti ci sono? «La nostra scuola è sotto organico, molte insegnanti sono state trasferite e le loro classi sono scoperte. L’altro problema riguarda i bidelli, troppo pochi per garantire il tempo pieno e per sanificare banchi e aule quotidiana­mente».

Lei lavora, suo marito anche. Come vi state organizzan­do? «Con permessi, ferie o appoggiand­osi ad altri genitori. Insomma, siamo costretti a parcheggia­re i figli in questa o in quell’altra casa per lavorare. Molti di noi non hanno nonni o parenti, e c’è chi non si può permettere di pagare una baby sitter».

E ieri e oggi ci si è messo di mezzo anche lo sciopero.

«Per carità, massima solidariet­à con gli insegnanti ma a noi genitori chi ci pensa? Questa mattina (ieri, ndr) una mamma ha scritto nella chat di classe che era stata costretta ad assentarsi dall’ufficio perché altrimenti avrebbe dovuto “abbandonar­e” il figlio per strada».

Dalla scuola e dall’Ufficio scolastico cosa vi dicono?

«Nulla. Abbiamo inviato mail su mail a entrambi e non abbiamo ricevuto alcuna risposta o comunicazi­one».

Avete intenzione di inscenare altre proteste?

«Certo. Ma per ora meglio non anticipare nulla. Sfrutterem­o l’effetto sorpresa».

❞ Abbiamo inviato mail su mail all’Ufficio scolastico e gli istituti ma senza risposta Faremo nuove proteste

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