L’angolo verde dell’aristocrazia globale
Sarà poi vero, come aveva a sostenere Bulgakov, che i nomi concorrono in modo decisivo a definire l’identità delle cose? O sono le cose, a volte, ad assumere nomi consoni alla loro identità? Dubbi che possono sorgere in piazza Demidoff. Questo luogo, una volta che fu intitolato all’ambasciatore russo fattosi filantropo fiorentino, non ha mai più perduto un certo qual piglio ottocentesco e internazionalista: se nei bar in fondo le serate passano non dissimili da altre piazze cittadine, chi si sofferma nell’area verde è partecipe di tutt’altra Firenze. Al mattino, in particolare, una popolazione attempata ma vigile, prettamente fiorentina ma in qualche modo (un parente, un’ascendente, un antico lungo soggiorno di studi) internazionale, qui si prende un attimo di pausa e ricorda, o forse sogna (ma in qualche modo anche incarna), una città che era a sua volta giardino di una certa – e per lo più immaginaria – aristocrazia globale.