Corriere Fiorentino

L’accusa: annullate la condanna di Moretti L’ira di Viareggio: «Non staremo zitti»

In Cassazione la richiesta dell’accusa. I familiari: «Sconvolti, dobbiamo protestare»

- Simone Dinelli Antonella Mollica

«Annullare la condanna d’Appello per Mauro Moretti e celebrare un nuovo processo»: la richiesta del sostituto procurator­e generale della Cassazione per l’ex amministra­tore delegato di Ferrovie, arriva a sorpresa all’ultima tappa del processo per la strage del treno di Viareggio. Di fronte alla quarta sezione della Suprema Corte ci sono solo gli avvocati difensori degli imputati e delle parti civili. Per la prima volta in aula mancano i familiari delle vittime, lasciate fuori dall’emergenza Covid. Undici anni dopo la più grande tragedia ferroviari­a della storia italiana — un treno carico di gpl che la notte del 29 giugno 2009 deragliò alla stazione di Viareggio portandosi via 32 persone — restano in piedi i reati di omicidio colposo plurimo e disastro ferroviari­o. La prescrizio­ne, nel 2018, ha già cancellato le lesioni colpose gravi e gravissime e l’incendio colposo. Ora i familiari delle vittime temono che i giudici non riconoscan­o l’aggravante dell’incidente sul lavoro che ha permesso fino a oggi di evitare che sparisca anche l’omicidio colposo plurimo.

Mauro Moretti, condannato a 7 anni (unico ad aver rinunciato alla prescrizio­ne per le lesioni) per il processo in Cassazione ha schierato l’avvocato Franco Coppi. La notizia della richiesta di un nuovo processo ha spiazzato i familiari delle vittime. Non potendo andare a Roma molti di loro si sono dati appuntamen­to alla Croce Verde di Viareggio e hanno seguito a distanza — incollati ai telefoni con gli avvocati — la prima udienza. Gli assenti si sono collegati da casa con «Meet» insieme ai familiari di altre stragi come quella di Rigopiano (in Abruzzo nel 2017, quando una slavina si abbattè su un albergo uccidendo 29 persone). La mattinata si era aperta con un presidio davanti al municipio di Viareggio con gli striscioni e i cartelli dei volti delle 32 vittime, quelli che durante questi anni non sono mai mancati ai processi. «La richiesta del pg è una doccia gelata. Sconvolge vedere l’accusa allineata sulle posizioni dei difensori» il loro commento. È molto arrabbiato Marco Piagentini, simbolo della strage e presidente dell’associazio­ne «Il mondo che vorrei»: «Non ce l’aspettavam­o. Dobbiamo manifestar­e, non possiamo restare zitti e fermi».

Il pg Pasquale Fimiani ha chiesto l’appello bis anche per Francesco Favo, ex responsabi­le certificaz­ione sicurezza di Rfi (condannato a 4 anni) e per gli ex dirigenti Rfi Giovanni Costa e Giorgio Di Marco (assolti in secondo grado), conferma delle condanne a 6 anni per Vincenzo Soprano (ex ad Trenitalia) e di Michele Mario Elia (ex ad di Rfi). Il processo riprenderà oggi, la parola passerà agli avvocati degli imputati. La sentenza è attesa fra venerdì e sabato.

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I familiari delle vittime ieri a Viareggio
Presidio I familiari delle vittime ieri a Viareggio

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