Dove

È tempo di pensare al tempo

- Simona Tedesco

“Come sopravvive­re alla sindrome da rientro”. ecco il titolo-tormentone che a settembre ritroviamo puntuale sui siti e sui giornali. del resto, il vero Capodanno per tutti noi è il botto di traffco che impazzisce con la riapertura delle scuole, con le code al supermerca­to del sabato e con le cascate di email che inondano la posta 24 ore su 24. ma cosa resta di quello che abbiamo appena vissuto in vacanza? Così, sotto l’onda d’urto del pensiero del rientro, abbiamo progettato il numero di settembre rifettendo sul senso del tempo quando si cambiano ritmi e scenari. In vacanza non è vero che il tempo vola: a volte corre, a volte crea vuoti, a volte ti lascia solo pensare. Nessuno si isola più, diciamocel­o, ma sapere che il nostro smartphone deve gareggiare con un tramonto in riva al mare o con un’escursione tra i boschi, ci regala un sottile piacere nei confronti di quel perfdo schermo che si illumina in continuazi­one. e quella sensazione di un tempo speso bene, di libertà, di benessere, quasi di pura felicità, vorresti ritrovarla nella valigia quando torni a casa. Anzi, ti aggrappi a quel pensiero e prometti che quest’anno sarà la volta buona, che la lezione l’hai imparata: elenco delle priorità, paletti saldi con il lavoro, spazio per passioni, libri al posto della tv… Poi, bastano quattro giorni a casa e tutto inizia a sbiadire, come l’abbronzatu­ra. Però, a nostra discolpa, si può dire che rispetto ai nostri genitori, abbiamo qualche problemino in più: tra un tweet e un post viviamo nel “secolo breve”. In un’intervista su la Repubblica, bruno Giussani, uno dei 100 uomini più infuenti d’europa (secondo Wired UK), direttore europeo di ted, organizzaz­ione mondiale no proft di conferenze sulle idee che cambiano il mondo, ha spiegato: “Questo è il secolo della brevità... è una scure violenta, a volte una condanna. Che cosa porta in dote? Il desiderio di gratifca immediata. L’incapacità di aspettare. È la forza dominante della vita contempora­nea nelle sue declinazio­ni non assolute ma quotidiane”. e il prezzo pagato alla brevità, conclude Giussani, è altissimo: la mancanza di concentraz­ione e la distrazion­e. Così, anche i nostri buoni propositi si frantumano nello spezzatino del fusso quotidiano e i progetti si sciolgono con le prime piogge. bene, in questo numero di Dove c’è tutto il nostro desiderio di interrompe­re questo circolo vizioso. Come? Primo: non dimenticar­e. Abbiamo lanciato la campagna social #dovetorner­esti, per continuare a farvi rivedere e rivivere i luoghi che vi sono rimasti nel cuore (mandateci le vostre foto, tutte le info per vederle pubblicate le trovate a pag. 23). secondo: ripartire appena possibile.Anche solo per un weekend. Abbiamo realizzato

uno speciale di 33 pagine raccoglien­do idee per famiglie, single, amici, coppie, sportivi o pigroni. In Italia e in europa. Anche il nostro viaggio sul Po è un elogio alla lentezza, così come l’originale itinerario in Galizia parla di morbidi piaceri in terre dove vivere è sinonimo di passione. Nel dossier troverete un’interessan­te rifessione su come è cambiata la percezione dello scorrere delle ore e abbiamo eletto

Lipsia come simbolo di un ritrovato umanesimo del tempo: giovane, creativa, green, la città punta con forza alla qualità della vita. Certo, a casa si torna sempre, ma i viaggi smetterann­o di essere solo una parentesi, il tempo ‘umano’ non più un ricordo sbiadito. e la sindrome da rientro sarà per noi solo un titolo-tormentone privo di signifcato. Ci proviamo?

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