L’eco del passato
Lstoria fa eco e a Micigliano sembra aver lasciato tracce indelebili. Le origini di questo borgo si perdono nel tempo, alcuni scavi archeologici parlano infatti di insediamenti già in età antica ma è solo dal X secolo che si parla di ‘Micilianus’ in un documento relativo all’abbazia di Farfa. Durante l’alto Medioevo la città divenne parte del feudo ecclesiastico dell’abbazia dei Santi Quirico e Giulitta insieme ai castelli di Cesura e di Vischiata, quest’ultimo sito sulle alture tra Micigliano e Posta, che ancora conserva ruderi delle abitazioni e della cinta muraria. Questo territorio venne occupato anche dall’illuminato sovrano Federico II di Svevia per poi, nel corso del XIX secolo, giungere all’abolizione del feudo ecclesiastico. Fino al 1927 era tra i comuni della provincia dell’aquila, oggi è una delle piccole gemme del Gal Vette Reatine. Con il Terminillo a fare da cornice, ci si trova in un vero e proprio locus amoenus capace di offrire tantissimo sia in estate sia in inverno, ideale per un break lontani dalla frenesia della città.