Scarcerati tanti mafiosi, anche il “confidente” di Carminati
L’ultimo tornato in libertà è Giulio Caporrimo, il boss di San Lorenzo che nel carcere di Parma era diventato il confidente di M a s si m o C ar m in ati, secondo le accuse dei pm di Roma il capo di Mafia Capitale. Prima era tornato a farsi vedere in giro anche Calogero Lo Piccolo, l’ultimo rampollo di una famiglia che stava scatenando una nuova guerra di mafia pochi anni fa. Passeggia tra i vicoli dell’Acquasanta addirittura da un anno, invece, Gaetano Scotto: per i pentiti è il trait d’union tra Cosa nostra e i servizi segreti, ma è stato scagionato dall’accusa di aver partecipato alla strage di via d’Amelio. Fuori da dicembre è anche Tommaso Di Giovanni, reggente del clan di Porta Nuova: condannato in appello a 8 anni è stato liberato perché sono sono scaduti i termini di carcerazione preventiva.
La Palermo che si prepara a ricordare il venticinquesimo anniversario delle stragi è una città che si va ripopolando di soldati e padrini, capi e gregari, boss e tirapiedi. Sì, perché quella andata in scena negli ultimi mesi è una vera ondata di scarcerazioni. Un fenomeno che ha allarmato anche gli investigatori, impegnati ad aggiornare in tempo reale la mappa degli storici mandamenti cittadini.
“Questi recenti ritorni in libertà ci preoccupano un po’ – dice il questore, Renato Cortese (in foto)–. La nostra preoccupazione è dovuta al fatto che Cosa nostra è un’organizzazione criminale costantemente in cerca di leadership, alla ricerca di personaggi che possano vantare un certo carisma”.
Come dire: le caselle al vertice della piovra potrebbero presto essere riempite da alcuni dei personaggi tornati in circolazione . Che, tra l’altro, potrebbero essere addirittura più influenti rispetto a quando sono stati arrestati, grazie ai legami stretti nei penitenziari speciali. Come Caporrimo, che in carcere è diventato il “confidente” di Carminati.