Il Fatto Quotidiano

Scarcerati tanti mafiosi, anche il “confidente” di Carminati

- » GIUSEPPE PIPITONE

L’ultimo tornato in libertà è Giulio Caporrimo, il boss di San Lorenzo che nel carcere di Parma era diventato il confidente di M a s si m o C ar m in ati, secondo le accuse dei pm di Roma il capo di Mafia Capitale. Prima era tornato a farsi vedere in giro anche Calogero Lo Piccolo, l’ultimo rampollo di una famiglia che stava scatenando una nuova guerra di mafia pochi anni fa. Passeggia tra i vicoli dell’Acquasanta addirittur­a da un anno, invece, Gaetano Scotto: per i pentiti è il trait d’union tra Cosa nostra e i servizi segreti, ma è stato scagionato dall’accusa di aver partecipat­o alla strage di via d’Amelio. Fuori da dicembre è anche Tommaso Di Giovanni, reggente del clan di Porta Nuova: condannato in appello a 8 anni è stato liberato perché sono sono scaduti i termini di carcerazio­ne preventiva.

La Palermo che si prepara a ricordare il venticinqu­esimo anniversar­io delle stragi è una città che si va ripopoland­o di soldati e padrini, capi e gregari, boss e tirapiedi. Sì, perché quella andata in scena negli ultimi mesi è una vera ondata di scarcerazi­oni. Un fenomeno che ha allarmato anche gli investigat­ori, impegnati ad aggiornare in tempo reale la mappa degli storici mandamenti cittadini.

“Questi recenti ritorni in libertà ci preoccupan­o un po’ – dice il questore, Renato Cortese (in foto)–. La nostra preoccupaz­ione è dovuta al fatto che Cosa nostra è un’organizzaz­ione criminale costanteme­nte in cerca di leadership, alla ricerca di personaggi che possano vantare un certo carisma”.

Come dire: le caselle al vertice della piovra potrebbero presto essere riempite da alcuni dei personaggi tornati in circolazio­ne . Che, tra l’altro, potrebbero essere addirittur­a più influenti rispetto a quando sono stati arrestati, grazie ai legami stretti nei penitenzia­ri speciali. Come Caporrimo, che in carcere è diventato il “confidente” di Carminati.

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