Il Fatto Quotidiano

E Mario Londra gracchiò nella sera: “È finita!”

- » MARCO PALOMBI

Era quasi sera, l’indolente aria romana cullava le malinconie del tempo che fu e persino i cani sembravano ricordare giorni in cui i giacinti fiorivano nei vasi assai meglio che ora. E invece no. Una voce stentorea ci è giunta ieri dalla lontana Tel Aviv: “La crisi è superata e la ripresa dell’Eurozona è resistente e sempre più ampia fra i vari Paesi e settori”. È Mario Draghi, lo abbiamo subito riconosciu­to: quella voce così sicura, così conciliant­e, così anglofona. Che meraviglia. Pareva Radio Londra, anzi Ma- rio Londra: è finita! No, non la guerra, la crisi: “Cinque milioni di persone hanno trovato lavoro dal 2013 e la disoccupaz­ione, anche se ancora elevata, è a un nuovo minimo da otto anni”. Sì, a qualcuno può sembrare di essere ancora senza lavoro; certo, altri potranno avere l’erronea percezione che il loro reddito sia peggiorato; certuni persino che col contributo della Bce, che teneva fermi i Paesi mentre Bruxelles li picchiava, sia stato surrettizi­amente cambiato il modello sociale europeo, ma è finita. Lo dice Draghi: addio crisi, è l’ora dell’ottimismo, non sono lacrime di gioia quelle che scorrono ad Atene? Adesso che ha vinto Macron poi, gracchia Mario Londra, “la maggioranz­a silenziosa ha ritrovato la sua voce”. È finita! Che sollievo sentirlo, anche se effettivam­ente per strada non c’è neanche un blindato Usa a tirare cioccolata alla folla, ma tant’è. Era quasi sera e Mario Londra ci ha restituito il sorriso. E uno così lo vuoi fare solo premier di un governissi­mo? Almeno corazziere: pensa quanto starebbe bene in divisa.

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