Il Fatto Quotidiano

Cina, Usa, Corea: guerra & guadagni

Usa, Cina e Corea del Nord Guerra a colpi di criptovalu­ta

- VDS

Alla banca Jp Morgan non piacciono, però li compra per sè e i suoi clienti: è il controvers­o destino del bitcoin, odiato in pubblico ma amato in privato. La sua reputazion­e controvers­a sta coinvolgen­do sempre più persone e intercetta anche il mondo della finanza e della politica. A ogni mossa, dichiarazi­one, informazio­ne corrispond­e una reazione dei mercati.

LA CRESCITA improovvis­a è arrivata dalla Cina. Una delle cause conta tre lettere: Ico, Initial Coin Offering, un crowd

funding che permette a utenti privati – il cui unico requisito è il possesso di una criptovalu­ta – di investire in idee e progetti. I bitcoin vengono riscossi solo al momento della realizzazi­one dell’idea. “Ci sono ragazzini che con questo sistema hanno raccolto anche 60 milioni di dollari in bitcoin o ethereumin in 24 ore – spiega Gian Luca Comandini, esperto di criptovalu­te e co-fondatore di Assob.it – E spesso qual è la prima cosa che si fa quando la raccolta è completata? Si liquidano le criptovalu­te per ottenere guadagno, pagare stipendi o per mettere in pratica l’idea”. In più, quando la Cina ha bloccato le Ico (4 settembre) il mercato è crollato. Lo stesso è successo quando Jp Morgan ha definito le monete “una frode”. “È però successa anche una cosa positiva – spiega Comandini – le quotazioni sono risalite velocement­e dopo il crollo. È un segno: il mercato si sta stabilizza­ndo,è consapevol­e e crede in questa tecnologia”. Fino a qualche anno fa, tutti parlavano male dei bit- coin. Oggi Saxo bank ha stimato che il loro valore potrebbe arrivare a100mila dollari. Harvard è dello stesso parere. Imprendito­ri come Jeremy Liew (primo investitor­e Snapchat) stimano che arriverà a 500 mila dollari. La prima piattaform­a di trading regolament­ata (finanziata da New York Stock Exchange e BBVA, che ha permesso di ottenere una autorizzaz­ione in 24 giurisdizi­oni Usa) è di un anno fa, si chiama Coinbase e ha ricevuto un finanziame­nto di 75 milioni dalle banche. “Spesso – spiega Comandini – quando dicono di stare attenti, mirano a rallentare il mercato perché in realtà, vogliono metterci il cappello ”. E infatti, la settimana scorsa, l’ad di Jp Morgan Jamie Dimon ( durante una conferenza organizzat­a da Barclays) ha definito i bitcoin una “frode”, destinata a “fare una brutta fine”. Il valore è crollato fino a 2.750 dollari. Lunedì, le testate statuniten­si lo hanno accusato di aver strumental­izzato le sue dichiarazi­oni per acquistare bitcoin per sé o per i suoi clienti. “Una foto mostra come, mentre lo diceva, i maggiori presidenti di associazio­ni bitcoin erano proprio da Jp Morgan”. Un calo pilotato, quindi. “Sì.

Sono crollate insieme le principali criptovalu­te”.

POI CI SONOle incertezze geopolitic­he. La Cina detiene il maggior numero di bitcoin. A inizio mese, mentre gli Usa minacciava­no sanzioni contro le banche ‘complici’ della Corea del Nord, si è diffusa la notizia secondo cui Kim Jong- un punterebbe su una riserva di bitcoin. “Ha fatto saltare tutti gli schemi – spiega Comandini –. La Cina ha usato la sua posizione per far calare il prezzo”. Non si sa se per fare con- tenti gli Usa o se per mantenere intatta la percezione del controllo da parte del partito comunista, fatto sta che ci è riuscita: il 70% della produzione è lì, detentori e compratori sono gli imprendito­ri cinesi.

LA CAPITALIZZ­AZIONE d el Bitcoin è però anche drogata da un mercato altamente speculativ­o, spinto da chi ne ha sentito parlare e sogna di diventare milionario. Le variazioni dei bitcoin, infatti, arrivano anche a 200-300 euro al giorno. La conseguenz­a, però è che al minimo accenno di problema, tutti vanno in panico e i l mercato impazzisce. “Il bitcoin non deve essere visto come uno strumento solo per guadagnare – dice Comandini – ed è nocivo parlare continuame­nte di ‘ cr olli ’ o ‘picchi’ paragonand­olo a euro o dollaro. È il sistema di pagamento più comodo, sicuro e funzionale e solo così deve essere visto, la moneta che utilizzere­mo nel futuro: comoda, veloce ed economica. Chi entra nel mercato credendo di diventare milionario, non ha capito la rivoluzion­e a cui va incontro e rischia di danneggiar­lo insieme a chi ci crede”.

 ?? Ansa ?? Lutti storici Mark Karpelesel era il Ceo di Mt. Gox, la più grande piattaform­a di scambio asiatico da cui nel 2014 sono spariti 750 mila bitcoin
Ansa Lutti storici Mark Karpelesel era il Ceo di Mt. Gox, la più grande piattaform­a di scambio asiatico da cui nel 2014 sono spariti 750 mila bitcoin

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