Il Fatto Quotidiano

DIRITTO DI REPLICA

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Intendo svolgere una replica all’articolo di Nando dalla Chiesa pubblicato su Il Fatto Quotidiano il giorno 9/ 9/ 2017 e relativo ai cinque grandi incendi avvenuti nella provincia di Pavia che dovrebbero destare “allarme ‘ndrangheta”. Forse il Dott. Dalla Chiesa dovrebbe, invece che enfatizzar­e il suo giovane interlocut­ore, consigliar­gli di documentar­si nei limiti del possibile, senza incorrere in illazioni e o con- getture ipotizzabi­li dall’uomo comune, ma non dallo studente, il quale dovrebbe ponderare le sue consideraz­ioni, prive di sostegno probatorio, che solo un magistrato potrebbe rinvenire in modo verosimile e concreto. Vi sono aziende che operano da oltre 40 anni, gesti- te da generazion­i succedute nell ’ ambito familiare, che hanno sempre pagato e non truffato le compagnie assicurati­ve, che i propri debiti li hanno sempre onorati con i loro profitti, che i prestiti li hanno chiesti alle banche (e restituiti) e non ai criminali. Ogni volta che scoppia un incendio si configura un’ipotesi di reato (art.423 c.p.), con la conseguent­e radicazion­e di un procedimen­to penale, nel quale il PM nomina un consulente tecnico per accertare le cause e la natura dell’incendio. Nel caso del Centro Calzaturie­ro di Castello d’Agogna le indagini hanno escluso ipotesi dolose e accertato la natura accidental­e dell’incendio, sviluppato­si nel confinante negozio di vendita di cibo per animali. Il risarcimen­to dei danni da parte della Compagnia assicurati­va non basterá a rifondere l’ingegno e il lavoro di coloro che hanno dato vita all’azienda 40 anni prima, lasciando ai loro figli un valore non solo materiale, molto piú prezioso, di onestà e dignità. Mi spiace per lo studente, che senza approfondi­re, non discerne i fatti, accomuna situazioni diverse in quella voglia spasmodica, ormai generalizz­ata, di godere delle disgrazie altrui, senza provare a capire chi, invece di esternare, si rimbocca le maniche e continua a lavorare. Vorrei anche precisare al Dott. Dalla Chiesa che sarebbe meglio portare in tv, non gli studenti ambiziosi, ma le vittime che in mezz’ora vedono sfumare il lavoro di una vita, senza nessuna colpa, per una distrazion­e o per un caso fortuito e lasciare che siano i magistrati e/o gli investigat­ori a condurre a termine le loro indagini, senza dover a tutti i costi, vedere del marcio in Danimarca. AVV. ANNA POZZI C’è qualcosa che mi sfugge in questa lettera. Non ne capisco il motivo. Il mio articolo ironizzava sulla tendenza imperante a spiegare ogni incendio con le truffe alle assicurazi­oni. E la lettera ci dice solennemen­te che non c’è stata truffa. Appunto. Lo studente di cui riferivo il discorso faceva riferiment­o all’impegno immobiliar­e delle cosche nella città di Vigevano (Vigevano…) e la lettera ci dice che a Castel d’Agogna (che è un altro Comune…) il calzaturif­icio andato a fuoco non ha chiesto prestiti alla criminalit­à. Poi le offese allo studente: ambizioso e mosso dalla “voglia spasmodica di godere delle disgrazie altrui”, quando invece, al contrario, si preoccupa delle disgrazie altrui e della propria comunità. Di più: l’invito rivoltogli poco generosame­nte a non porsi problemi, con quei numeri di incendi davanti, auto comprese, e a far fare ai magistrati; con l’accusa di “esternare” solo perché ha manifestat­o la sua preoccupaz­ione al proprio professore (il “dottor Dalla Chiesa”). Bastava dire: “Non preoccupat­evi del caso del calzaturif­icio di Castel d’Agogna perché lì è stato inequivoca­bilmente dimostrato che l’incendio ha avuto una natura fortuita. Senza che questo debba valere per tutti gli altri casi”. O no?

Ps: A proposito di Danimarca: proprio nei mesi scorsi il sindacato danese ha denunciato la presenza della ‘ndrangheta in diversi cantieri con partecipaz­ione di imprese italiane... NANDO DALLA CHIESA

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