La seconda vita (telemacchietta) di Feltri e il salva-Crozza
L’eroe della settimana potrebbe parere Maurizio Crozza, che in questi tempi di carestia satirica ha scatenato un effetto rubamazzo. L’anno scorso Discovery lo ha rubato a Floris (La7) e ora Fazio (Rai1) lo ha soffiato a Discovery, sia pure solo il lunedì. RubaCrozza è bravo; ma che ne sarebbe, senza i suoi personaggi? C’è crisi anche lì, il dopo Berlusca continua a farsi sentire. Ma, tra i vapori oppiacei di Gentiloni e Mattarella, ecco saltare fuori il direttore di Libero Vittorio Feltri, annunciato dall’inconfondibile pesantezza dei suoi titoli fattuali ( Italia 1-Germania 0, Più patate meno mimose, I migranti dopo la miseria portano la malattia…), pronto a rincarare la dose in Tv con intemerate non si sa se più depresse o più incazzose. Nella sua vita di milionario self made manFeltri è stato grande in tante cose, non vi diremo quali (l’elenco sarebbe lungo, e pure un po’ rischioso). Cinico a sua insaputa – come tutti i veri cinici –, da direttore è stato capace di resuscitare giornali ormai ca- davere; da un po’ di tempo però il suo tocco si è appannato, e lui deve essersene accorto. Se non posso essere ancora grande come giornalista, deve aver pensato, lo posso diventare come caratterista, come macchietta televisiva. Un indiscutibile segno di lucidità. Detto fatto: ha smesso di atteggiarsi a Montanelli per misurarsi a mani nude con Il Vernacoliere. Per Crozza un invito a nozze, e in fondo un buon affare anche per lui. Finalmente un’ambizione per niente sbagliata.