Il Fatto Quotidiano

Oscurano l’affaire Renzi-Cdb e fanno guerra alla Raggi

Rai scandalo: 140 secondi in 2 giorni, solo di smentite E Gentiloni e Calenda si fanno campagna su Roma

- » MARCO FRANCHI

■ Nei giornali la notizia è stata messa poco e male In television­e è praticamen­te scomparsa. Molto meglio discutere delle polemiche sulla cattiva gestione della nostra Capitale

Lo scandalo è di quelli che dovrebbero tener banco per giorni: uno dei più noti imprendito­ri ed editori italiani, Carlo De Benedetti, dà indicazion­e a Gianluca Bolengo, suo broker di fiducia, di investire sulle azioni delle banche popolari alla vigilia della riforma del settore di cui – sostiene registrato al telefono – ha saputo in anticipo dal premier Matteo Renzi in persona. Eppure sembra che giornali e telegiorna­li facciano di tutto per fuggire dalla notizia una volta esplosa, dando vita a uno slalom gigante per annacquare – se non proprio evitare – la vicenda.

IL CASOpiù emblematic­o è quello di Repubblica, il giornale di cui De Benedetti è stato storico editore e di cui oggi è proprietar­io Gedi, il gruppo presieduto dal figlio Marco. Il 10 gennaio la notizia della telefonata esce su diversi quotidiani, ma non su Repubblica. In mattinata compare un articolo sul sito web con un titolo all’acqua di rose: “De Benedetti parlò con Renzi della riforma delle Popolari. Procura chiede archiviazi­one del caso”. Ci sarebbe tempo per rimediare il giorno seguente, ma la vicenda finisce a pagina 8 del quotidiano, senza richiamo in prima pagina e arricchito dal pastone tipico della baruffa elettorale: “Banche, diventa un caso politico la telefonata Renzi-De Benedetti”. Il giorno dopo la notizia è già sparita dal giornale, se si esclude un accenno nell’intervista a Pier Ferdinando Casini, presidente della Commission­e Banche, che si duole, bontà sua, solo della fuga di notizie. Un tetris che non rende giustizia a come l’allora direttore Eugenio Scalfari trattò la condanna in primo grado di De Benedetti al processo per il crac del Banco Ambrosiano nel 1992, quando aprì il giornale con la notizia della sentenza, pur criticando­la con toni decisi nell’editoriale.

MA REPUBBLICA è in buona compagnia. La prima pagina del Corriere della Sera di mercoledì è all’insegna del mimetismo. Titolo: “Sterzata dei 5 Stelle sull’euro”. Occhiello: “Di Maio: non è ora di uscire. Banche, la telefonata di De Benedetti su Renzi”. Nei giorni seguenti va peggio, perché il caso sparisce dalle posizioni nobili del giornale, fino a perder- si nei trafiletti di pagina 11.

Anche il Sole 24 Ore fa contorsion­ismo: mercoledì la notizia c’è, ma in versione soft (“Manovra sulle popolari, dagli atti della Consob retroscena su acquisti”, pag. 11). Giovedì, poi, il quotidiano di Confindust­ria si supera: il sito pubblica i verbali dell’audizione di De Bendetti alla Consob in cui si difende dall’accusa di aver fatto un insider trading e racconta i suoi rapporti strettissi­mi con Renzi e le sue riforme (“il jobs act gliel’ho suggerito io”; “sono molto amico della Boschi”; “quello lì non è un governo, sono quattro persone”). Sul giornale del giorno dopo, però, il verbale si riduce a un bignami a fondo pagina, perso a metà giornale.

Al gioco del silenzio partecipan­o anche le television­i, con men- zione speciale per le reti pubbliche. L’edizione del Tg1 delle 13:30 di mercoledì, poche ore dopo che i giornali hanno lanciato lo scoop, la spiega così, in chiusura di un servizio sul jobs act e sui vaccini: “Matteo Renzi replica anche ai 5 stelle che lo attaccano sul caso della telefonata tra De Benedetti e il suo broker, caso per il quale è stata già chiesta l’archiviazi­one. La notizia del decreto per le banche – dice Renzi – era già uscita sulle agenzie”. Sono quindici secondi di smentita (di Renzi) a una notizia che lo stesso Telegiorna­le neanche aveva riportato. Al Tg1 delle 20 si replica: un accenno di diciotto secondi affidato al commento di Berlusconi, a chiusura di un servizio sulla campagna elettorale del centrodest­ra. Nei giorni seguenti il Tg1 si “dimentica” anche del verbale dell’audizione di De Benedetti, riportando soltanto la notizia dell’apertura di indagine da parte della procura di Roma sulla fuga di notizie in Commission­e Banche.

LA VERSIONE del Tg2, mercoledì sera, capovolge i ruoli. Renzi diventa commentato­re esterno del solito battibecco tra due antichi nemici: “Quanto alle polemiche sulle banche popolari, Renzi rivendica che ‘la riforma è stata giusta, nelle vicende tra Berlusconi e De Benedetti non metto bocca’”. Per il resto silenzio assoluto: il Tg3, per dire, mercoledì all’ora di pranzo sosteneva che in primo piano ci fosse “l’emergenza mal tempo”. Piccoli sprazzi di insider tradingsol­tanto nell’edizione delle 19, quando i titoli recitano criptici: “Renzi, sui vaccini intesa oscurante tra Lega e 5 stelle. Lorenzin, a rischio salute dei nostri figli. Fico, basta fake news su di noi. Polemica sulle banche”.

Mettendo insieme le edizioni dell’ora di pranzo e di cena, da mercoledì i tre telegiorna­li Rai hanno dedicato al caso Renzi - De Benedetti la bellezza di 140 secondi, sparsi qua e là nei servizi sulla campagna elettorale. Due minuti e venti secondi di puro servizio pubblico.

Prime pagine linde

Il quotidiano di Cdb buca lo scoop e poi lo relega a “caso politico”. Il Sole risolve con l’autocensur­a

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Ansa “Faccio breakfast a Palazzo Chigi” Matteo Renzi e Carlo De Benedetti

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